“C’è una nuova generazione di lettori che socializza attraverso i libri” dice Gianni Giannantonio della libreria Feltrinelli

"Noi viviamo molto dei clienti storici, che grosso modo sono rimasti gli stessi. La cosa, come dire, che ci ha consolato è che negli ultimi anni nei giovani è aumentato l'uso e l'usufrutto del libro". A raccontare come tra i giovani stia tornando di moda la lettura, è Gianni Giannantonio, libraio e direttore della libreria Feltrinelli in piazza dei Martiri, Chiaia. Raggiunto da Fanpage ha parlato con noi dell'importanza dei libri e di come le librerie possano essere veri e propri aggregatori culturali. Continua con lui il nostro viaggio all'interno delle librerie di Napoli.
Giannantonio, lei è da tempo in questo mondo. Come nasce Feltrinelli in piazza dei Martiri?
"Da una necessità di mercato dell'epoca. Nasciamo da una intuizione geniale di un nostro amministratore delegato che pensò di mettere insieme merci diverse, che prima allora erano divise, in un unico luogo. Ecco come arriva a Napoli il primo megastore multi prodotto, con libri e home entertainment. Era l'epoca dei videogiochi, dei dvd, della musica".
Un mercato che nel corso del tempo ha subito tanti cambiamenti. Adesso com'è?
"Prima si vendeva tanto in questi negozi del genere. Poi, a Napoli e anche più in generale, tutto è culminato subito dopo la pandemia. Lì si sono aperte altre strade. Diverse merci sono andate non a finire, ma a essere usufruite su altre piattaforme. Per esempio i dvd e anche la musica. Anche se oggi c'è stato un ritorno al vinile che sta riprendendo un'altra fetta di mercato importante".
Sono cambiati anche la zona in cui vi trovate, piazza dei Martiri, e il cliente abituale che entra nella Feltrinelli di Napoli?
"Noi crediamo fortemente in questa zona, per questo abbiamo rinnovato e riaperto lo stesso punto. Certo, i flussi sono cambiati. Prima la piazza era una zona della movida, dal forte viavai di persone diverse, c'erano anche più uffici e più case. La situazione è cambiata, non è ben servita come parte della città, ma resta comunque una delle sue piazze più importanti, da presidiare anche con il nostro punto di cultura. Per i lettori, noi viviamo di quelli storici e, grosso modo, i nostri clienti sono rimasti gli stessi. La cosa che più ci ha consolato negli ultimi anni è che nei giovani è aumentato molto l'uso e l'usufrutto del libro. C'è una nuova generazione di lettori che si sta modificando nelle letture e che ha salvato questo mercato".
Come supportare queste nuove generazioni, questi nuovi lettori?
"Da un'altra idea, quella di avere qui dei book club. Ne abbiamo quattro, perché abbiamo percepito un nuovo approccio alla lettura insieme a Milena Cozzolino. Abbiamo individuato questo fermento, discutere del libro, leggerlo e socializzare sul libro. C'è quindi venuto in mente di mettere su questi book club diversi tra loro e che sono in grado di far incontrare diverse generazioni e diverse tematiche di lettura. Ne siamo molto soddisfatti. Partecipare è del tutto libero, al primo appuntamento un po' si ascolta quello che è stato deciso di leggere il mese precedente e poi si entra nel meccanismo di scelta del prossimo titolo e partecipare diventa proattivo a tutti gli effetti".
Fare rete tra lettori. È possibile fare un esercizio del genere anche tra i librai, fare rete tra loro?
"Mi stupisce la domanda, noi come libreria siamo aperti a tutti e a tutte le collaborazioni. Se la cultura non è dialogo, allora probabilmente non è cultura. Se non porta alla crescita, al dialogo, allo scambio, non c'è motivo di parlarne. È sempre interessante raccogliere punti di vista diversi, raccogliere in libreria le proposte che vengono dal di fuori. Noi, ad esempio, siamo attivi un po' dappertutto, tra fiere, teatri e istituti".
E fare rete tra cibo e libri? Il mercato pare stia andando in questa direzione.
"Io non ho un pensiero specifico sull'unione tra i libri e il cibo. Certo, ci sono nuove realtà a Napoli che uniscono le due cose. Questo può essere un modo come un altro per mettere la cultura a disposizione anche di chi si riunisce nei momenti conviviali di un pranzo. Non vedo assolutamente alcun tipo di distonia. Certo, già da anni alcune grandi librerie in Europa, che prima avevano uno spazio ristoro, hanno deciso di toglierlo".