33 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Casal di Principe, palazzo abbattuto dopo mattinata di tensione. La Procura: “Famiglie hanno altra casa”

Sono cominciate oggi le operazioni per l’abbattimento dello stabile abusivo di via Ancona, a Casal di Principe (Caserta), dove vivevano due nuclei familiari. Ieri il sindaco Natale aveva rassegnato le dimissioni in segno di protesta contro la Procura, che non aveva concesso un’altra proproga. La replica: “Edificio pericoloso e le due famiglie hanno altra abitazione”.
A cura di Nico Falco
33 CONDIVISIONI
Immagine

Sono cominciate a Casal di Principe, in provincia di Caserta, le operazioni di demolizione di uno stabile abusivo dove vivevano due nuclei familiari, entrambi con figli minorenni. Storia "in sospeso" dal 2005, quando era passata in giudicato una sentenza penale, ma più volte rinviata per l'impossibilità delle famiglie di trovare una nuova sistemazione e al centro dello scontro tra la Procura di Santa Maria Capua Vetere e il sindaco Renato Natale, che ieri ha presentato le dimissioni in segno di protesta per la mancata concessione di una ulteriore proroga.

Le ruspe sono entrate in azione dopo una mattinata di tensione: le due coppie si erano barricate dentro i bambini nello stabile, in via Ancona, una delle due donne ha anche accusato un leggero malore. Gli occupanti sono usciti soltanto dopo una lunga mediazione dei carabinieri che ha evitato lo sgombero forzato. Le operazioni sono state seguite da numerosi cittadini, che hanno mostrato solidarietà alle due famiglie. Per tutto il tempo, i due padri, fratelli gemelli, hanno espresso il proprio sconforto perché "con sacrifici abbiamo cercato di completare queste abitazioni. ora non sappiamo dove andare".

In queste ore Marisa Diana, assessore all'Istruzione del Comune di Casal di Principe, è al lavoro col sindaco dimissionario Natale per cercare di trovare una sistemazione alle due famiglie. "La casa è stata abbattuta – ha detto – ora ci aspettiamo delle risposte dal tavolo interministeriale convocato dal ministro Mara Carfagna". Uno dei due nuclei avrebbe trovato alloggio temporaneo in una casa popolare di alcuni parenti deceduti qualche mese fa per Covid, mentre per il secondo la Diocesi di Aversa, attraverso il vicario don Franco Picone, ha messo a disposizione una sistemazione nella parrocchia di San Nicola di Bari e si è proposta, in alternativa, di reperire un appartamento con fitto a carico della Curia.

La Procura: "Demolizione inevitabile, le famiglie hanno altro alloggio"

Proprio l'assenza di un'altra casa dove spostarsi aveva portato alla richiesta del sindaco Natale di concedere una ulteriore proroga. La Procura, però, smentisce questa versione, dichiarando invece che entrambi i nuclei familiari avevano già trovato un'altra abitazione dove vivere e aggiungendo che, visto lo stato del palazzo, non completato e pericoloso, non era possibile rimandare ulteriormente la demolizione; inoltre, aggiunge, la "enorme cubatura" (tre livelli fuori terra, per 2.370 metri cubi) "evidenzia che non si tratta di edificazione per necessità abitativa".

"L'intero fabbricato è stato realizzato senza alcun criterio di regolarità sismica e risulta essere privo di collaudo sismico – sottolinea la Procura di Santa Maria Capua Vetere – inoltre l'immobile presenta diverse situazioni di ulteriore pericolo, quali l'assenza di passamano e parapetti sulle scale (tra l'altro allo stato grezzo) per l'accesso agli appartamenti, con evidente e concreto pericolo di caduta dall'alto. Anche l'impianto elettrico presenta elevate criticità, in quanto sono presenti nel manufatto abusivo numerosi fili elettrici volanti".

Nella nota la Procura spiega anche il motivo per cui non è stata concessa nessuna ulteriore proroga. Ricordando che il sindaco Natale aveva presentato già istanza lo scorso 29 marzo, ottenendo una proroga con scadenza il 2 settembre, la Procura sottolinea che in questo periodo entrambe le famiglie hanno trovato una abitazione in cui trasferirsi.

"In particolare, è emerso che uno dei due nuclei familiari era già anagraficamente residente, sin dal dicembre 2020, in un'abitazione diversa da quella oggetto della demolizione, usufruendo di alloggio popolare, così come riferito da uno dei componenti del nucleo alla polizia giudiziaria operante. Il secondo nucleo familiare ha ugualmente riferito alla polizia giudiziaria, alcuni giorni prima dell'esecuzione, di avere rinvenuto una soluzione alloggiativa in affitto".

33 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views