Carabiniere picchiato a Castellammare, 6 condannati: nel branco nipoti di due boss

Si è chiuso con 6 condanne il processo, con rito abbreviato, per il feroce pestaggio avvenuto la prima domenica dello scorso agosto a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, ai danni di un carabiniere fuori servizio. L'uomo era da solo e in abiti civili, era intervenuto per sedare una rissa scoppiata dopo un tamponamento tra scooter; era stato aggredito selvaggiamente mentre, a fini investigativi, stava riprendendo col suo telefonino alcuni ragazzi che scappavano. Le fasi di quel pestaggio erano state riprese da una telecamera di sorveglianza: nel video si vede il militare che viene aggredito alle spalle e colpito a calci, colpi di casco e con uno sgabello di alluminio da bar.
Il carabiniere Giovanni Ballarò era stato accerchiato in piazza Principe Umberto, nel centro di Castellammare, nella notte tra il 31 luglio e il 1 agosto. Quella sera era libero dal servizio, era in giro con la famiglia. Avevano continuato a picchiarlo anche quando era già a terra, quando si era rialzato uno degli aggressori lo aveva preso alle spalle e lo aveva colpito alla testa con lo sgabello, facendogli perdere i sensi. Mentre era a terra incosciente, un altro uomo gli aveva rubato il borsello. Il militare era stato portato in ospedale, dove era stato ricoverato con prognosi di 25 giorni. Nel pomeriggio successivo i carabinieri avevano fermato 4 giovani, gli altri due erano stati arrestati pochi giorni dopo, il 10 agosto.
Il processo è stato celebrato nel Tribunale di Torre Annunziata. Cinque degli imputati sono stati condannati a 7 anni e 2 mesi di reclusione; tra loro c'è Ferdinando Imparato, nipote di un elemento di spicco della camorra locale, e Pio Lucarelli, anche lui figlio di un esponente di rilievo del clan D'Alessandro. Stessa pena per Carmine Staiano, Giovanni Salvato e Antonio Longobardi. Condannato invece a 3 anni e 8 mesi di carcere Manuele Spagnuolo.