Campi Flegrei, migliaia di fiori gettati nella darsena di Pozzuoli: “Simbolo della lotta al bradisismo”

C'è stato un tempo, non molto lontano, in cui le barchette colorate dei pescatori galleggiavano placidamente sull'acqua. Da qualche anno, complice l'aumento della velocità di sollevamento del suolo (al momento è di 2,5 centimetri al mese), il mare si è ridotto a un acquitrino, emblema del bradisismo nei Campi Flegrei, il supervulcano considerato tra i più pericolosi d'Europa. Stiamo parlando della darsena di Pozzuoli, fino a poco fa, come si evince dal nome, porticciolo di pescatori ai piedi del Rione Terra, antico centro storico della città, evacuato proprio a causa dei terremoti nel 1970: proprio dalla darsena, da questo simbolo, visivo e tangibile, del bradisismo, i commercianti della città flegrea hanno voluto emblematicamente ripartire e, questa mattina, hanno gettato migliaia di fiori in mare, come simbolo di resilienza contro i costanti terremoti e rinascita dei Campi Flegrei.
E così, i commercianti che quattro anni fa hanno dato vita al comitato "Darsena Pozzuoli", si sono riuniti proprio in quel luogo che ha dato loro il nome e hanno buttato nell'acqua, ormai notevolmente ritiratasi, migliaia di gerbere di diversi colori. "I fiori sono il simbolo di resistenza e rinascita, da qui vogliamo partire per valorizzare la nostra terra, la nostra amata città" hanno dichiarato dal comitato. I commercianti, dopo aver lanciato i fiori in acqua, hanno affisso uno striscione con una scritta che recita: "Ogni fiore è una radice che ha saputo resistere". "Anche quest'anno – hanno anticipato, infine – il comitato ha organizzato quattro eventi artistici e musicali, con una campagna di autofinanziamento, che accompagneranno gli aperitivi nei giorni delle vigilie delle festività natalizie".