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Covid 19

Campania sesta in Italia per morti Covid dall’inizio pandemia: sono 5.172

Il report sulle regioni dell’Istituto Superiore di Sanità aggiornato al 30 marzo 2021: Campania sesta in Italia per morti per Covid19 dall’inizio della pandemia. Sono 5.172. Il numero maggiore (4.631, pari al 6,6%) si è avuto nella seconda ondata partita a ottobre 2020 e ancora in corso. L’età media nazionale dei decessi è 81 anni.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Campania sesta in Italia per morti per Covid19 dall'inizio della pandemia. Sono 5.172 i decessi di positivi al Coronavirus, secondo il report dell'Istituto Superiore di Sanità, aggiornato al 30 marzo, che analizza la distribuzione dei decessi per regione. Il dossier prende in esame le caratteristiche di 106.789 pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 in Italia riportati dalla Sorveglianza Integrata COVID-19 coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS).

I morti suddivisi per ondate Covid

Secondo i dati, la Campania ha registrato 5.172 decessi positivi al Covid, pari al 4.8% del totale nazionale. In Italia dall'inizio della pandemia si sono registrati 106.779 decessi per Covid. Al primo posto c'è la Lombardia con 30.341 decessi (28,4%). Il report, poi, suddivide i decessi secondo le tre fasi che hanno caratterizzato la pandemia dall’inizio al 30 marzo 2021: la prima ondata (marzo-maggio 2020), la fase di bassa incidenza (giugno-settembre 2020), e la seconda ondata (ottobre 2020-marzo 2021), quest’ultima ancora in corso. Il primo decesso per Covid in Italia risale al 21 febbraio 2020.

Nella prima ondata, da marzo a maggio 2020, in Campania si sono avuti 479 morti Covid (1,4%) su un totale italiano di 34.330. La regione meridionale si è posta così al decimo posto a livello nazionale. Nella fase giugno-settembre 2020 i morti sono stati 62 (3,0%), al nono posto a livello nazionale dove i morti sono stati 2.093. Nella seconda ondata di ottobre 2020-marzo 2021 i decessi in Campania sono stati 4.631 (6,6%), al sesto posto in Italia, quindi pari a quasi 10 volte quelli avvenuti nella prima fase.

L'avvertimento

L'Istituto Superiore di Sanità avverte però che "nel leggere i dati per Regione, bisogna tenere conto che i tempi di notifica, controllo, verifica e aggiornamento variano da Regione a Regione e da periodo a periodo; ciò può implicare variazioni (in aumento e/o in diminuzione) e differenze sia con i dati già pubblicati nei report precedenti, sia con i dati pubblicati dalla Protezione Civile". "Va inoltre considerato che le differenze regionali nella percentuale di decessi riportate in tabella non devono essere interpretate in termini di rischio. La letalità dipende infatti dal numero di infezioni avvenute in ciascuna Regione in un arco temporale compatibile con l’eventuale osservazione dell’evento fatale".

L'età dei deceduti

L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 81 anni (mediana 82, range 0-109, Range InterQuartile – IQR 75-88). Le donne decedute sono 46.852 (43,9%). La figura 1 mostra che l’età mediana dei pazienti deceduti positivi a SARS-CoV-2 è più alta di oltre 30 anni rispetto a quella dei pazienti che hanno contratto l’infezione (età mediane: pazienti deceduti 82 anni – pazienti con infezione 47 anni). La figura 2 mostra il numero dei decessi per fascia di età. Le donne decedute dopo aver contratto infezione da SARS-CoV-2 hanno un’età più alta rispetto agli uomini (età mediane: donne 86 anni – uomini 80 anni).

L’età media dei decessi settimanali è andata sostanzialmente aumentando fino agli 85 anni (1° settimana di luglio) per poi calare leggermente; un’ulteriore riduzione dell’età media dei decessi è stata rilevata a partire dalla seconda settimana di febbraio 2021.

I morti al di sotto dei 50 anni

Al 30 marzo 2021 sono 1.188, dei 106.789 (1,1%), i pazienti deceduti SARS-CoV-2 positivi di età inferiore ai 50 anni. In particolare, 282 di questi avevano meno di 40 anni (172 uomini e 110 donne con età compresa tra 0 e 39 anni). Di 80 pazienti di età inferiore a 40 anni non sono disponibili informazioni cliniche; degli altri pazienti, 164 presentavano gravi patologie preesistenti (patologie cardiovascolari, renali, psichiatriche, diabete, obesità) e 38 non avevano diagnosticate patologie di rilievo.

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