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Camorra e appalti truccati negli ospedali di Napoli: condanne per 290 anni

Ieri, 15 dicembre, è arrivata la sentenza per i 33 imputati, tra cui figurano boss della camorra e funzionari degli ospedali napoletani. Alcuni imputati condannati a risarcire complessivamente 72mila euro.
A cura di Valerio Papadia
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Il Tribunale di Napoli ha emesso ieri, giovedì 15 dicembre, la sentenza per i 33 imputati al processo – celebrato con rito abbreviato – sulle infiltrazioni di alcuni clan della camorra negli appalti in diversi ospedali napoletani. Il gip Anna Imparato ha inflitto complessivamente circa 290 anni di carcere, comminato multe per un totale di 109mila euro e condannato alcuni degli imputati a risarcire complessivamente 72mila euro.

Il rinvio a giudizio per gli imputati era stato chiesto lo scorso aprile: tra loro figurano boss della camorra, funzionari dei nosocomi coinvolti e sindacalisti; tra i condannati figurano anche il boss Luigi Cimmino e suo figlio, entrambi condannati a 9 anni e 4 mesi.

L'ospedale Cardarelli risarcito con 20mila euro

I risarcimenti disposti ieri, in sede processuale, dal giudice per le indagini preliminari, sono così suddivisi: 20mila euro all'ospedale Cardarelli e 10mila euro ciascuno alle associazioni "Asso vittime criminalità" e "Sos Impresa rete per la legalità", nonché alla Cgil nazionale e alla Cgil della Regione Campania.

Lo scandalo esploso nell'ottobre del 2021

L'inchiesta sulle infiltrazioni della camorra negli ospedali napoletani esplose il 22 ottobre del 2021: la Polizia di Stato, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia partenopea, arrestò 40 persone, tra boss e affiliati alla camorra, alti pubblici ufficiali, imprenditori, funzionari e sindacalisti.

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