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“Mia figlia ipovedente rischia di perdere l’anno scolastico: non può andare in classe”

Rita è una bambina di 10 anni di Portici la cui vita è segnata da una grave invalidità: è ipovedente. Una condizione molto difficile, resa ancor più complicata dalla burocrazia. Rita, infatti, ha dovuto rinunciare al pulmino messo a disposizione per gli invalidi civili, perché sospeso. Un servizio fondamentale per la piccola che ora rischia di perdere l’anno scolastico.
A cura di Federica Grieco
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Barriere architettoniche, servizi che mancano e istituzioni poco sensibili al tema: l'essere invalidi in alcune parti d'Italia costituisce ancora una sfida, resa ancor più difficile da una burocrazia che spesso nega quei pochi diritti conquistati nel corso degli anni. Lo sa bene la piccola Rita, 10 anni appena, di Portici, popoloso centro in provincia di Napoli, invalida civile perché ipovedente, a cui dallo scorso settembre è stato negato un diritto riconosciutole per cinque anni: il trasporto scolastico. Una storia denunciata anche dal consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Alessandro Caramiello e raccontata a Fanpage.it dal padre di Rita, Mario.

La vicenda di Rita e della sua famiglia

Rita, infatti, che frequenta la scuola elementare, ha sempre usufruito del pulmino messo a disposizione dal Comune per gli studenti con disabilità. Lo scorso luglio, il papà, il signor Mario, ha avviato, come ogni anno, le pratiche per poter accedere a questo servizio. «Sono anch'io ipovedente, soffro della stessa patologia di mia figlia, e mia moglie Lucrezia, soffre di epilessia, per cui non possiamo accompagnarla in auto». Il mese successivo, ad agosto, Mario ha ricevuto la conferma del fatto che la richiesta fosse stata accettata e la pratica, quindi, fosse andata a buon fine. Con l'inizio del nuovo anno scolastico, il 14 settembre, però, Mario ha scoperto che non avrebbe potuto più fare affidamento su questo servizio fondamentale per poter permettere a sua figlia Rita di frequentare la scuola. «Il 14 ho accompagnato personalmente mia figlia a scuola per il primo giorno scolastico, ma col passare dei giorni ci siamo accorti che il pulmino non passava più».

Mario ha cercato di ottenere risposte dalle istituzioni, ma senza alcun risultato. «Non ho contatti diretti con il sindaco – spiega il papà di Rita – gli ho scritto un messaggio, che ha visualizzato, ma a cui non ha mai risposto». L'uomo si è rivolto anche agli assistenti sociali, che però non hanno potuto fare molto: «Mi hanno detto che dovevo rivolgermi al sindaco».

Il motivo per cui questo servizio, fondamentale non solo per Rita, ma anche per molti altri bambini, sia stato sospeso non è chiaro. «Conosco l'autista che ha accompagnato mia figlia fino allo scorso anno scolastico, so che da ottobre sarebbe andato in pensione, ma dal 14 settembre di fatto era operativo, però il servizio non è mai partito e neanche lui sa perché».

L'appello al Comune di Portici

Dall'inizio dell'anno scolastico, quindi, Mario ha dovuto trovare soluzioni alternative per poter permettere alla bambina di frequentare regolarmente le lezioni. Ma, tra pullman e cammino a piedi, ogni alternativa risulta comunque troppo pericolosa per entrambi. «Sono costretto a svegliare una bambina di 10 anni alle 6 del mattino, perché si deve trovare in classe alle 8. Questa mattina siamo arrivati a scuola completamente bagnati a causa della pioggia». Rita, dall'inizio dell'anno scolastico, ha già fatto otto assenze proprio a causa di questa situazione. «Chiedo al sindaco Enzo Cuomo di riattivare il servizio del pulmino, perché altrimenti sarò costretto tra un mese circa a non mandare più mia figlia a scuola, facendole perdere l'anno scolastico».

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