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Bimba curda di 9 mesi con difetto al cuore rischia la vita quando piange, il Monaldi la opera gratis

Bimba curda di 9 mesi affetta da un grave difetto cardiaco multiplo rischia di morire quando piange. Al Monaldi sarà operata gratuitamente.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Sarà operata all'Ospedale Monaldi di Napoli la bimba curda di 9 mesi affetta da un grave difetto cardiaco multiplo. L'operazione avverrà senza alcuna spesa per la sua famiglia. La bambina, che si chiama Nza ed è di origine irachena di etnia curda, rischia la vita anche per un semplice pianto, a causa della ridotta ossigenazione del suo sangue, soprattutto quando piange. A pagare l'intervento che potrà restituirle una vita normale sarà la Regione Campania. La bimba, infatti, essendo straniera, non avrebbe diritto all'assistenza del sistema sanitario nazionale italiano.

La sua storia era stata presa a cuore dall'associazione Stay Human di Pesaro e Medici senza frontiere, che l'hanno portata all'attenzione dell'azienda Ospedaliera dei Colli. Il direttore Maurizio Di Mauro ha autorizzato l'intervento umanitario che comporta anche il pagamento delle spese per la famiglia per tutto il periodo della permanenza a Napoli. “Siamo orgogliosi di questa scelta che condividiamo pienamente – commenta Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde – Ogni bambino del mondo va curato e salvato. Questa è la vera umanità”.

“Nza potrebbe morire semplicemente per un banale pianto, come quello di milioni di bambini – afferma Lorenzo Tosa, che ha seguito l'intera vicenda sin dall'inizio – Quando è nata, i medici le hanno dato pochi mesi di vita e quasi nessuna speranza, anche per l’impossibilità di curarla nel suo Paese. Ma mamma e papà non si danno per vinti. Riescono ad arrivare in Bielorussia, per poi essere bloccati per mesi al confine con la Polonia, alle porte della “civilissima” Europa, costretti ad accamparsi all’addiaccio nei boschi con temperature che di inverno scendono anche di dieci gradi sotto lo zero, e respinti per ben sei volte dalla polizia di frontiera con tanto di botte a sangue alla mamma e al papà. E qui, a un passo dall’abisso, accade qualcosa di meraviglioso. Quando l’associazione Stay Human di Pesaro, tramite Medici senza frontiere, ha saputo di lei e della sua storia, si è attivata, ha coinvolto Ministero degli Esteri, ambasciata, Regione Campania, ed è infine riuscita nell’impossibile”.

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