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Il vescovo Battaglia a casa di Matteo, il bimbo focomelico senza gambe e braccia adottato da una famiglia napoletana

Monsignor Battaglia, accompagnato da alcuni collaboratori e dal parroco della zona, don Rosario Esposito, si è trattenuto qualche decina di minuti nella casa di Tommaso e Pina, a pochi passi dal confine tra San Giorgio a Cremano e Napoli. I due avevano adottato Matteo appena nato, quando nessuno lo voleva.
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Don Mimmo Battaglia ha visitato stamattina Matteo, un bambino focomelico senza gambe e senza braccia, nella sua casa di San Giorgio a Cremano. Matteo è stato adottato da Tommaso e Pina due mesi dopo dalla nascita tredici anni fa.

«Mi sono molto emozionato quando il vescovo Battaglia è entrato in casa nostra ed ha pranzato con noi. – ha detto Tommaso, intervistato in esclusiva da Fanpage.it – il nostro vescovo è un uomo semplice e ti mette subito a tuo agio, non si presenta come la persona importante che è. Abbiamo potuto toccare con mano la sua semplicità e ne siamo molto felici. È un grande uomo e mi ha ricordato molto il cardinale Corrado Ursi. Sono certo che farà grandi cose. Ci ha promesso che rimarremo in contatto»

Monsignor Battaglia, accompagnato da alcuni collaboratori e dal parroco della zona, don Rosario Esposito, si è trattenuto qualche decina di minuti nella casa di Tommaso e Pina, a pochi passi dal confine tra San Giorgio a Cremano e Napoli. Ha chiacchierato con i genitori del bambino e con Matteo, facendogli domande sulla scuola e sulle sue attività sportive. Matteo, infatti, prova da sempre a vivere nel modo più normale possibile e per molti anni ha frequentato lezioni di nuoto nonostante la sua grave patologia. Il vescovo Si è anche molto interessato al fatto che il bambino a breve dovrà recarsi all’ospedale Gaslini di Genova per sottoporsi ad un nuovo intervento chirurgico per ricostruirgli il moncherino che ha a posto del braccio.

“Matteo era stato lasciato nella clinica Pineta Grande subito dopo la nascita – racconta ancora Tommaso, che lavora come guardia giurata – e nessuno si era fatto avanti per prenderlo con sè. La sua storia fa raccontata al telegiornale regionale e noi pensavamo che avessero lanciato una raccolta fondi. Quando abbiamo capito che cercavano una famiglia adottiva, nonostante non fossimo ricchi, abbiamo deciso di proporci.”  Tommaso aveva incontrato per la prima volta il nuovo vescovo di Napoli alcune settimane fa e gli aveva raccontato la storia della sua famiglia. Monsignor Battaglia gli ha promesso che sarebbe andato a trovarlo a casa ed ha ben presto mantenuto la sua promessa.

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