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Baretti chiusi alle 23 in Campania, i gestori contro l’ordinanza di De Luca: “Così chiudiamo”

I gestori di baretti e locali del by night di Napoli e Salerno contro l’ordinanza numero 77 del Governatore Vincenzo De Luca che ha imposto lo stop alla movida alle ore 23, con l’obbligo di chiusura dei locali. Ieri il primo giorno di applicazione. I titolari: “Così chiudiamo”. Confesercenti: “Subito aiuti alle imprese”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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I gestori di baretti e locali del by night di Napoli e Salerno contro l'ordinanza numero 77 del Governatore Vincenzo De Luca che ha imposto lo stop alla movida alle ore 23, con l'obbligo di chiusura dei locali, tranne che nei fine settimana dove potranno chiudere a mezzanotte. Nel quartiere di Chiaia, a Napoli, i locali ieri sera, nel primo giorno di entrata in vigore dell'ordinanza, scoccata l'ora, hanno dovuto ritirare i tavolini e chiudere le loro attività molto prima del solito orario. Ma gli esercenti non ci stanno: “Ci sono assembramenti anche sui mezzi di trasporto e in strada nel corso della giornata – affermano alcuni – perché chiudere solo i baretti dopo le 23?”. Sulle barricate anche Confesercenti, che col presidente Vincenzo Schiavo dice: “Gli assembramenti non sono causati dalle nostre attività. Senza introiti l'economia crollerà”. E l'assessore al Commercio del Comune Rosaria Galiero aggiunge: “Penalizzate categorie che hanno già sofferto la crisi del Coronavirus”.

I gestori: “Ordinanza inutile, gli utenti cambieranno orario”

Dopo la firma della nuova ordinanza numero 77 del governatore Vincenzo De Luca che ha imposto nuove regole per fermare i contagi ci sono state molte le proteste dei gestori sia a Chiaia a Napoli, che a Salerno. “In passato ci sono stati provvedimenti simili ma i clienti cambieranno solo gli orari di incontro”. “Perché regole diverse per ristoranti e bar?” si chiede un altro gestore. “Ancora una volta – commenta Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania – ad essere penalizzato è il nostro commercio, senza che nel contempo si trovi la soluzione al vero problema, che è culturale, perché le persone si assembrano non certo a causa dei bar aperti dopo mezzanotte. Questa ordinanza mette in ginocchio la nostra economia, è il colpo di grazia per le nostre imprese. Lo Stato dovrebbe scendere in campo con tutti i mezzi che ha per far rispettare le regole e comminare le giuste sanzioni a chi trasgredisce. Fin qui evidentemente non ci è riuscito. Chi ci assicura che, una volta chiuso il locale alle 23 o alle 24, le persone non si raggruppino, come già accade, in piazza o per strada? Confesercenti critica questa decisione ma è pronta ad eseguirla, naturalmente. Ma chiediamo risposte su come le attività possano far fronte alle spese”.

“Le limitazioni orarie introdotte con la nuova ordinanza della Regione – aggiunge Rosaria Galiero, assessore al Commercio di Napoli – ancora una volta penalizzano in maniera arbitraria solo alcune categorie che già vivono negli ultimi mesi un senso di incertezza e precarietà. Chiudere prima le attività non riduce gli assembramenti anzi moltiplica la possibilità di presenze in orari più concentrati. Queste nuove limitazioni sono l’ultimo colpo ad imprese che sono già al limite della sopportazione. Sembra una sfida sferrata al Governo il cui peso però non può ricadere sulle nostre imprese e sui suoi lavoratori”.

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