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Barelliere del Cardarelli fa cadere paziente che muore: “Danno da 874mila euro”

Un barelliere del Cardarelli con una manovra incauta fa cadere un paziente dalla barella. La caduta però è fatale. La persona trasportata muore. Adesso, la Corte dei Conti della Campania ipotizza un danno erariale da quasi 875mila euro. Inchieste al Nuovo Policlinico su dipendenti che hanno sottratto proventi delle prestazioni ambulatoriali.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine d'archivio
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Un barelliere del Cardarelli con una manovra incauta fa cadere un paziente dalla barella. La caduta però è fatale. La persona trasportata muore. Adesso, la Corte dei Conti della Campania ipotizza un danno erariale da quasi 875mila euro. Si tratta di uno dei casi in ambito sanitario trattati dal Procuratore generale Maurizio Stanco nella sua relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021. Il procedimento della magistratura contabile è ancora in corso ed è scaturito, secondo quanto ricostruito, da una citazione già depositata nel 2020 – originata dalla trasmissione, ad opera dell’A.O. Cardarelli, di una sentenza civile con la quale l’Azienda è stata condannata in solido con il dipendente per responsabilità civile. Si tratta, in questo caso, precisa il Procuratore “di un danno indiretto determinatosi per la grave negligenza del barelliere che aveva provocato, con incaute manovre, la caduta della persona trasportata, cagionandone la morte”. Danno per un importo pari a 874.821,89 euro.

Nuovo Policlinico, dipendenti sottraggono proventi degli ambulatori

Sempre in ambito sanitario, la Procura ha avviato un'indagine, curata dalla Guardia di Finanza, che ha individuato la condotta fraudolenta realizzata dall’operatore addetto alla riscossione di proventi ambulatoriali della U.O.C. di Ortopedia e Traumatologia (ex Dipartimento Assistenziale di Chirurgia, Ortopedia e Traumatologia) del D.A.I. di Chirurgie Specialistiche, Nefrologia. I pm contabili hanno verificato “reiterate omissioni di versamenti di proventi nella cassa aziendale dal 2010 al 2014 hanno riguardato somme di denaro che il citato operatore ha incassato dai pazienti per prestazioni dell’A.O.U. Federico II di Napoli”. Ne è emerso un arricchimento illecito per 44.250,39 euro.

Constatato il decesso del responsabile, il giudice contabile ha ritenuto che ricorressero tutti i presupposti per la trasmissibilità del debito discendente dalla sua condotta dolosa agli eredi: “Sussiste l’indebito arricchimento di questi ultimi, derivante dalla successione nei confronti del de cuius resosi responsabile di illecita locupletazione nei confronti dell’amministrazione di appartenenza”. Gli eredi sono stati condannati.

Un altro giudizio attualmente in corso riguarda invece “una responsabilità contabile a danno dell’A.O.U. Federico II di Napoli, commessa da un operatore addetto alla riscossione di proventi ambulatoriali del Dipartimento ad Attività Integrata (D.A.I.) di Ostetricia e Ginecologia che, reiteratamente, ne aveva omesso il versamento nella cassa aziendale, con un danno di 108.602,92 euro.

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