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Bambino guida motoscafo nel Golfo di Napoli, video mentre il padre lo incita

Virale sui social il video, girato a Castellammare di Stabia (Napoli), il video di un bambino che guida un motoscafo. Borrelli: “Identificare subito genitori”.
A cura di Nico Falco
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"Vai piano", urla l'uomo che sta riprendendo. Eh, già, perché il pilota deve avere decisamente accelerato, a giudicare dal movimento del mare alle spalle. Pochi secondi di video, subito diventati virali. Il motivo? Alla guida del motoscafo che corre nel Golfo di Napoli c'è un bambino che avrà cinque, sei anni al massimo. Il filmato è stato inizialmente pubblicato su Tiktok, è stato girato nelle acque antistanti Pozzano, frazione di Castellammare di Stabia.

Facile immaginare i motivi di chi ha ripreso la scenetta: far divertire il bambino, probabilmente figlio di uno degli uomini a bordo, e realizzare appunto un video magari con l'obiettivo di racimolare un po' di like sulla piattaforma social. Così come è facile immaginare che non ci sia proprio posti il problema di quanto possa essere pericoloso, anche in mare aperto, lasciare guidare un motoscafo ad un bambino. Il filmato, una volta pubblicato anche sugli altri social oltre che su TikTok, ha racimolato effettivamente molti commenti e condivisioni, ma per lo più da chi stigmatizzava il gesto, facendo notare il pericolo a cui erano esposti eventuali altri natanti ma soprattutto lo stesso bambino.

"Bisogna risalire immediatamente a tutti i protagonisti di questa vergogna identificando i genitori del piccolo e facendo intervenire i servizi sociali – commenta il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, che ha pubblicato il video (censurato) sui propri canali social – dobbiamo sottrarre il piccolo a modelli educativi sbagliati che non tengono conto della sua sicurezza, della sua educazione e del suo diritto a essere tutelato come minore. La deriva di incapacità genitoriale emerge in modo sempre più evidente sui social network. Contro questo fenomeno inqualificabile c’è bisogno di fare rete. La repressione da sola non basta. Devono scendere in campo i servizi educativi, la scuola e anche i cittadini che assistono a queste mostruosità. Chi osserva e ride senza opporsi è complice della devastazione educativa di un minore”.

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