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Guerra in Ucraina

Attacco russo in Ucraina, l’invito da Napoli: “Pronti ad accogliere i profughi”

Il console onorario di Bulgaria a Napoli, Gennaro Famiglietti, ha rivolto un invito al console ucraino Maksym Kovalenko, dichiarando che Napoli è pronta ad ospitare eventuali profughi provenienti dal Paese, sotto attacco dalla Russia.
A cura di Valerio Papadia
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Questa mattina l'Europa intera si è svegliata con la terribile notizia dell'invasione dell'Ucraina da parte dell'esercito russo di Vladimir Putin: intorno alle 4 del mattino, ora italiana, dei missili hanno colpito diverse città ucraine, tra cui la capitale Kiev, provocando purtroppo anche le prime vittime. Soprattutto nella capitale, ma in generale in tutta l'Ucraina, come testimoniano video e foto, i civili si sono messi in auto per cercare di raggiungere città meno coinvolte dai bombardamenti o per lasciare la nazione.

Un messaggio di solidarietà in favore del popolo ucraino è arrivato da Napoli, precisamente da Gennaro Famiglietti, console generale onorario della Repubblica di Bulgaria, coordinatore nazionale Fenco (Federazione Nazionale dei Diplomatici e Consoli Esteri in Italia) e presidente dell'Istituto di Cultura Meridionale, che ha rivolto un invito al console ucraino nel capoluogo campano, Maksym Kovalenkom. Nella lettera inviata al diplomatico ucraino, Famiglietti scrive:

Caro Maksym, Napoli è la città dell’accoglienza per la sua storia e la sua cultura mediterranea non farà mancare sostegno e appoggio per accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina. Libertà, democrazia e i diritti dei popoli sono valori che ci spingono a missioni di solidarietà che solo attraverso l’impegno e il legame che possono metter in campo la cultura e la diplomazia possono diventare concrete

L'offensiva russa in Ucraina, per settimane scongiurata, è arrivata come detto alle prime luci di oggi, 24 febbraio. Prima di invadere l'Ucraina, il presidente russo Putin ha tenuto un discorso, nel quale ha dichiarato di voler procedere all'invasione per "proteggere le persone che sono state sottoposte per 8 anni al genocidio del regime di Kiev".

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