Assolto per aver ucciso due rapinatori, l’avvocato Capozzo: “Ha sparato per salvarsi la vita”

Il fatto non costituisce reato: così il giudice Antonia Napolitano Tafuri della Prima Sezione Penale del Tribunale di Napoli ha assolto Giuseppe Castaldo, il gioielliere di Ercolano che il 7 ottobre del 2015 sparò e uccise due rapinatori che gli avevano sottratto, armati di pistola, cinquemila euro appena prelevati in banca. Una sentenza che ha riaperto il dibattito, mai del tutto sopito, sulla legittima difesa. A Fanpage.it ha parlato l'avvocato Maurizio Capozzo, legale del gioielliere nel lungo procedimento giudiziario iniziato quel 7 ottobre 2015 e che, a distanza di sette anni, ha visto la parola fine.

Avvocato Maurizio Capozzo, come si è arrivati a questa sentenza?
Diciamo che la Procura di Napoli già negli anni passati ne aveva chiesto l'archiviazione, ma al di là di questo ritengo si tratti di un processo non doveva proprio nascere, perché era tutto chiaro fin dall'inizio, dal punto di vista logico e giuridico. Ci troviamo di fronte a due rapinatori che portano a termine una rapina congiuntamente e che esercitano, armati, delle minacce di morte nei confronti di una persona. L'esercizio di legittima difesa va valutato calandosi nel momento, non ex post.
Spieghiamolo meglio.
Per capirci, è come quando si dà un rigore e poi si riguarda l'azione dopo una settimana alla moviola, spulciandola avanti e indietro, e allora ci ripensi, e non fischi più il rigore dopo una settimana. Non puoi, perché in realtà tu che giudichi ti devi calare in quel momento preciso: nello specifico, c'è una persona che ha davanti al proprio naso due rapinatori, uno dei quali gli mette una pistola in faccia e scarrella (l'azione che porta il colpo in canna, ndr). A quel punto, qualunque essere umano pensa di essere negli ultimi tre secondi della propria vita. E in quei tre secondi lui ha avuto paura: aveva una pistola, legittimamente detenuta, e ha sparato a tutti e due per difendere la propria vita. Loro avevano già preso i soldi dalla sua tasca. Se si fossero allontanati dopo aver preso i soldi, non sarebbe successo nulla. E invece, dopo aver preso i soldi hanno continuato a minacciarlo, e gli hanno puntato la pistola in faccia. E questo è stato che ha portato al fatto.
Ci furono momenti difficili all'epoca: i parenti di uno dei due rapinatori minacciarono davanti le telecamere di Fanpage.it il gioielliere di morte.
Sì, e sono stati condannati naturalmente per quelle minacce, anche se questo fa parte di un altro procedimento che si è tenuto precedentemente.
In tutto questo, come ha preso la notizia Giuseppe Castaldo? Tornerà in Campania?
Lui ha preso benissimo la notizia, ha detto finalmente è stata fatta verità e giustizia e si è anche capito finalmente che è lui la vittima di questa situazione. Vittima non per modo di dire, perché oltre a lasciare la Campania ha avuto pesanti conseguenze anche dal punto di vista della salute, tanto che da allora non lavora più. Parliamo di un uomo ormai sopra i settanta anni: non tornerà in Campania, pensa a curarsi e stare bene.