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Covid 19

Al Monaldi vaccini per i bimbi ricoverati: “Si sentono più sicuri perché conoscono chi li accoglie”

Il Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera dei Colli Maurizio Di Mauro spiega a Fanpage.it la strategia di vaccinazione dei bambini ricoverati o seguiti in follow up e la situazione al Cotugno.
Intervista a Maurizio Di Mauro
Direttore Generale AO Dei Colli (Monaldi, Cotugno, CTO)
A cura di Gaia Martignetti
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Maurizio Di Mauro, direttore generale dell'ospedale Cotugno di Napoli.
Maurizio Di Mauro, direttore generale AO dei Colli
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Maurizio Di Mauro è il Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliera dei Colli, di cui fanno parte il Cotugno, il Monaldi e il CTO. Da due anni gli operatori sanitari che guida sono in prima linea nella lotta contro il Covid. E da circa un mese la direzione ha deciso di vaccinare anche i suoi pazienti più piccoli, per proteggerli dal virus.

Quando avete iniziato?

«Abbiamo iniziato a vaccinare circa un mese fa i nostri piccoli pazienti con patologie cardiache che sono anche seguiti in follow up nella nostra cardiologia pediatrica. Lo facciamo in ambulatorio al Monaldi, un paio di volte alla settimana, riusciamo a vaccinare 20/25 bambini a seduta. Abbiamo adottato questo sistema in modo da vaccinarli nei posti dove sono abituati a essere visitati, assistiti, curati. Trovano un ambiente confortevole, conoscono medici, infermieri».

Avete riscontrato qualche resistenza nelle famiglie?

«I bimbi sono chiaramente accompagnati dai genitori. La risposta è stata buona, avevamo paura di un po' di resistenza ma così non è stato. Questo magari è più un dato territoriale. Da noi vengono bimbi che conoscono gli operatori sanitari e l'ambiente. Potremmo dire che sono fidelizzati».

Come stanno i bimbi a cui avete somministrato il vaccino?

«Finora nessun effetto collaterale o reazioni avverse se non un po' di febbre».

A pochi passi dal Monaldi c'è l'ospedale Cotugno, che continua a curare pazienti Covid. Com'è la situazione?

«Le persone che arrivano al Cotugno sono in condizioni gravissime. Abbiamo scoperto un sommerso di anziani non vaccinati che arrivano in condizioni critiche, anche per altri fattori di comorbidità. Alcuni dei ricoverati hanno ricevuto la seconda dose un po' di tempo fa e non manifestano sintomi gravi, riusciamo a curarli nei reparti di degenza ordinaria».

Un lavoro che i suoi operatori sanitari portano avanti senza sosta da tempo.

«Gli operatori sanitari sono in burnout. Vede, per un medico ogni morte è un insuccesso e noi siamo in prima linea da ormai due anni. Bisogna insistere sul concetto della vaccinazione, perché ci sta salvando. Il mio è un grido di dolore. Vediamo meno affluenza al pronto soccorso, abbiamo più posti nei reparti ma non bisogna assolutamente abbassare guardia. Sono d'accordo con il presidente Vincenzo De Luca quando dice di voler mantenere la mascherina anche all'aperto».

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