3.232 CONDIVISIONI

Addio a Mario, il migrante “adottato” da tutti alla Stazione Centrale di Napoli

Arrivato a Napoli dalla Liberia, non chiedeva l’elemosina, ma in molti, alla Stazione Centrale, si occupavano di lui.
A cura di Valerio Papadia
3.232 CONDIVISIONI
Immagine

La Stazione Centrale di Napoli piange oggi la morte di Mario, come si faceva chiamare dai passanti, dai pendolari e dalle centinaia di persone che ogni giorno affollano lo scalo ferroviario partenopeo. Mario, originario della Liberia, era stato "adottato" da molte persone che frequentavano la Stazione Centrale: non chiedeva l'elemosina, ma viveva degli aiuti di quanti – in tanti – gli volevano bene, quando di giorno, ogni giorno, trascorreva il suo tempo in piazza Garibaldi, parlando della sua esperienza di migrante e di quanto fosse stato difficili lasciare il suo Paese d'origine, la Liberia. Di notte, invece, Mario si rifugiava in un dormitorio.

"Un sorriso incoraggiante, una presenza costante, familiare, con la capacità di arrivare al cuore". Questo il commento di quanti hanno conosciuto e voluto bene a Mario. "Napoli oggi perde un suo figlio. Grazie Mario, per i sorrisi, le chiacchierate, il confronto e l’entusiasmo che mi hai regalato e ci hai regalato" il ricordo, invece, di Nicola Arpaia, che lo ricorda in una lettera aperta.

La storia di Mario

Quella di Mario è una storia che, purtroppo, accomuna centinaia di migliaia di persone, migranti che tentano di raggiungere l'Italia in cerca di un futuro migliore. Come tanti, troppi, Mario si era imbarcato in uno dei tristemente noti "viaggi della speranza" per raggiungere il nostro Paese dalla Liberia ed era finito a Napoli, alla Stazione Centrale, a vivere dell'aiuto dei presenti. "Meglio morire in mare che stare in Liberia. In mare si muore una volta sola, se stai in Liberia è come se morissi tutti i giorni" spiegava spesso Mario. Sulla difficoltà nel lasciare il suo Paese, però, Mario diceva: "Scappare dalla Liberia non è stato facile. Lasciare la famiglia fa soffrire. Non sentire più il profumo di mare e di campagne è una mancanza di ossigeno".

3.232 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views