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Addio a Giovanni Assante, con lui la pasta di Gragnano era sulle tavole degli chef stellati

È deceduto nella notte, per un malore improvviso, il pastaio Giovanni Assante, 71 anni. Con un passato da missionario in Brasile, nel 1978 aveva cominciato a lavorare nello storico pastificio Gerardo Di Nola. Nel 2000 aveva rilevato il marchio e, puntando sulla qualità delle materie prime, aveva riportato la pasta di Gragnano nell’Olimpo della gastronomia.
A cura di Nico Falco
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Il mondo della ristorazione, non solo quello campano, perde un grande protagonista: è deceduto per un malore improvviso Giovanni Assante, titolare del marchio Gerardo Di Nola e uno dei più importanti promotori della qualità della pasta di Gragnano che aveva portato sulle tavole degli chef stellati di tutta Italia. Il pastaio, 71 anni, è stato stroncato nella notte da un infarto. Nato nel 1949 e cresciuto in Ciocaria, laureato in Lettere e Filosofia, Assante aveva un passato da missionario: nel 1968, a 19 anni, partì per il Mato Grosso, in Brasile, per unirsi alla missione salesiana di Kejara nell'obiettivo di alfabetizzare le aree rurali, a contatto con i gruppi etnici degli Xavante e dei Bororo.

Ritornato in Italia, nel 1978 cominciò a lavorare come direttore commerciale per lo storico pastificio Gerardo Di Nola, nato nel 1870. Dopo la chiusura del pastificio per fallimento, nel 2000 Assante rilevò il marchio e continuò a lavorare nello stabilimento, proseguendo nella sua opera di rivalutazione che aveva già avviato quando era ancora un dipendente. Un lavoro certosino, cominciato dalla scelta degli ingredienti, per migliorare la filiera usando materie prime di qualità. E i risultati non si sono fatti attendere: in pochi anni i suoi maccheroni sono entrati di diritto nei menu di molti chef.

Dopo la notizia del decesso sono in molti, tra i colleghi, i cuochi e semplici estimatori dei suoi prodotti, che hanno lasciato messaggi di cordoglio. Soprattutto chi lo aveva conosciuto al di fuori del lavoro e che lo ricorda come un uomo sempre disponibile e sorridente, profondamente innamorato delle letture colte e della pasta, tanto da essere definito un "intellettuale della terra".

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