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A Soccavo rimossi altarini per figli dei boss e 20enne ucciso davanti alla chiesa

Rimosse altre tre opere abusive, tra altarini e murales, dedicati a giovani uccisi in agguati e collegabili alla malavita organizzata: due degli interventi riguardano manufatti alla memoria dei figli di due boss di camorra del quartiere Soccavo, a Napoli, il terzo era dedicato a un 20enne, anche lui ritenuto vicino a un clan, ucciso davanti a una chiesa.
A cura di Nico Falco
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Proseguono le operazioni di rimozione di altarini e murales dedicati alla memoria di vittime di agguati di camorra e ritenuti collegati alla criminalità organizzata. Gli interventi sono stati eseguiti oggi dagli addetti della NapoliServizi, scortati dalle forze dell'ordine, su indicazione della Prefettura e della Questura di Napoli: le tre opere si trovavano in via Palazziello, considerata roccaforte del clan camorristico dei Vigilia, egemone nella parte alta di Soccavo, in via Nicola e Tullio Porcelli, nella zona della Loggetta, nei pressi della sede del circolo "Ultras Napoli", e in via Catone, nell'area sotto l'influenza dei Sorianiello.

Il primo intervento riguarda una cappella riconducibile alla famiglia Vigilia e in particolare a Pasquale Vigilia, figlio del boss Alfredo ‘o niro. Il manufatto era stato costruito, abusivamente, in via Palazziello, zona che viene ritenuta appunto sotto l'influenza del clan attivo in estorsioni e traffico di droga a Soccavo. Il giovane, che aveva 24 anni, fu ucciso in un centro scommesse di Soccavo da due killer il 18 dicembre 2012.

In via Catone sono stati rimossi un altarino e un disegno su tavola dedicati a Fortunato Sorianiello, "Foffy", figlio del boss Alfredo ‘o biondo, ucciso il 13 febbraio 2014 in un agguato in un salone da barbiere in una traversa di via dell'Epomeo, la strada dello shopping di Soccavo. Quell'omicidio, accertarono gli inquirenti, fu parte degli scontri contro il gruppo dei Tommaselli e portò alla vendetta che ricalcava proprio la morte del ragazzo: il fratello di uno degli affiliati al gruppo di camorra, estraneo alle logiche di malavita, fu ucciso nel salone da barbiere dove lavorava il 6 novembre 2014.

In via Nicola e Tullio Porcelli, infine, l'intervento riguarda un murales dedicato a Renato Di Giovanni, vittima di un agguato il 27 gennaio 2017. Il giovane, figlioccio di un capo ultrà, aveva giocato negli allievi del Napoli ma nel suo passato c'erano anche precedenti per droga. Fu ucciso a 20 anni: gli spararono in pieno giorno e davanti alla chiesa di Santa Maria di Montevergine pochi minuti prima che terminasse la messa.

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