“Da noi non solo libri, offriamo uno spazio alla città”: parla Benedetta Serpe di Mondadori in Galleria Umberto

"L'altra volta sono venuti da noi due, tre ragazzini. Non per comprare libri, ma per studiare ed è questo il senso della nostra libreria: un luogo in cui prendersi una pausa dal frenetico del quotidiano". A parlare è Benedetta Serpe, social media and press office manager Mondadori Bookstore | MA di Napoli, dal 2024 in Galleria Umberto I. Con i suoi mille metri quadri di superficie la libreria è tra la più grandi d'Italia. Raggiunta da Fanpage ha raccontato cosa significhi, per lei, lavorare in un luogo dedicato alla cultura e che cerca di offrire, a chiunque lo frequenti, uno spazio in cui prendere una pausa per se stessi. Continua il nostro viaggio all'interno delle librerie di Napoli.
Benedetta Serpe, com'è iniziata la sua avventura con la Mondadori?
"Dico la verità, mi sono trovata catapultata in questo mondo. Sono sempre stata vicina all'editoria perché mi è sempre piaciuto tantissimo leggere e quando sono stata chiamata a gestire la comunicazione e a organizzare gli eventi per questo colosso che è la Mondadori, è stata la ciliegina sulla torta".
Un inizio non facile, però, quello del bookstore in Galleria.
"Nonostante tutte le problematiche quando abbiamo aperto è stato un sospiro di sollievo. Abbiamo subito visto tutto l'affetto dei lettori, ancora prima che aprissimo. Questo grazie anche agli spoiler che abbiamo fatto via social, al fatto che si parlava della più grande libreria d'Italia e anche alla campagna pubblicitaria. Non ce lo aspettavamo nemmeno noi, non ci sono neanche target specifici di clientela, abbiamo appassionati di 14, 15 anni ma anche lettori di 60 anni che passano in libreria, si mettono a leggere tranquilli, prendono un caffè e poi vanno via. Sanno che possono venire liberamente a prendere un caffè, leggere un libro, trascorrere del tempo in tranquillità. A noi interessa questo, che le persone vengano qui prendendo una pausa dalla frenesia dalla vita quotidiana. E questo può avvenire passando del tempo banalmente leggendo anche i fumetti, vedendo quali vinili ci sono, guardando le foto che sono in esposizione".
Da dove viene la scelta di aprire proprio in Galleria?
"Questo è un luogo iconico e certo, ha giocato molto anche la possibilità di trovare qui mille metri quadrati di spazio. A noi piace che questo sia uno dei pochi luoghi di Napoli che riesce a unire quella che è la storia culturale della città insieme a quella che è l'anima frenetica della vita quotidiana. Qui si respira la Napoli un po' più autentica. Siamo fortunati ad avere una location simile. Abbiamo anche la possibilità di avere a disposizione il Salone Margherita per alcuni eventi di grande portata. Possiamo organizzare un gran numero di appuntamenti e anche questo ci aiuta ad avvicinare le persone non solo alla lettura, ma in modo più generale alla cultura. Questa è sempre una vittoria, un peso morale che sentiamo sulle spalle".
Come siete stati accolti, invece, dalle altre librerie?
"In modo molto formale, quasi neutro. Certo anche noi siamo molto formali. Ricordo che quando abbiamo aperto ci fu qualcuno che si chiedeva il perché di tanto interesse nei confronti dell'apertura di una nuova libreria di catena, di un colosso. Io credo invece che quando apra una libreria si debba essere felici tutti. Così come quando ne chiude una lo si debba sempre vedere come una sconfitta comune. Ad esempio, non molto tempo fa ha chiuso una libreria indipendente, io ci sono rimasta davvero male. È una situazione dalla quale non si esce, vuole dire anche perdita di clienti".
La Mondadori ha un punto ristoro. Si possono tenere assieme cibo e libri?
"Anche noi abbiamo un punto ristoro, un caffè all'interno, certo. Credo che laddove ci sia cultura, sia anche un ristorante, vada sempre bene. Ben venga se per avvicinare i ragazzi o comunque i clienti in generale alla cultura ci sia bisogno di un punto in cui ristorarsi. Penso che leggere o ascoltare musica in compagnia di un caffè o di un bicchiere di vino o ancora di un qualcosa da mangiare aiuti comunque. Per me, quindi, sì, si possono tenere assieme, sono ottime iniziative".