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Morte di Marianna Greco, la sorella: “Non ci si suicida con 4 coltellate alla gola”

La Procura di Lecce ha deciso di riaprire il caso della morte di Marianna Greco e il marito è indagato per omicidio volontario. “Noi non possiamo parlare di colpevolezza o di innocenza, ora è la Procura che dovrà accertare la verità”, ha commentato la sorella della 37enne trovata morta nel 2016 e ritenuta vittima di suicidio.
A cura di Susanna Picone
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“Non ci convince il fatto che mia sorella avesse una personalità totalmente incompatibile col suicidio e il fatto che una donna non può darsi quattro coltellate da sola alla gola. E non può avere dei tagli da difesa alle mani”: dopo la svolta nel caso della morte di Marianna Greco, la donna di trentasette anni trovata morta nella sua abitazione di Novoli il 30 novembre del 2016 e ritenuta vittima di suicidio, ha parlato la sorella gemella Giovanna. In una intervista al Giornale Radio Rai la donna ha commentato la decisione della Procura di Lecce di riaprire dopo tre anni il caso. Risulta ora indagato per omicidio volontario il marito della trentasettenne. La Procura di Lecce, dopo aver letto le consulenze medico-legali prodotte dalla famiglia della vittima, ha disposto la riesumazione del cadavere e l'autopsia e ha fatto notificare, come atto dovuto, a Emanuele Montinaro, un avviso di garanzia che consentirà all'uomo di nominare propri consulenti.

Le parole del marito di Marianna Greco – L'incarico per l’autopsia sarà affidato il 5 giugno ai medici legali Roberto Vaglio e Francesco Introna. Inizialmente nei confronti del marito di Marianna Greco si procedeva per istigazione al suicidio. Martedì scorso l'indagato è stato interrogato e ha ribadito che la donna si è suicidata con coltellate alla gola, tesi quest'ultima sulla quale all'epoca dei fatti aveva concluso anche il medico legale dopo l'esame esterno del cadavere.

La famiglia della vittima non ha mai creduto al suicidio – “Noi non possiamo parlare di colpevolezza o di innocenza – ha detto ancora Giovanna Greco – sappiamo solo che abbiamo fatto due anni di indagini difensive. Ora è la Procura che dovrà accertare la verità. Dopo due anni di indagini difensive la riapertura del caso è stato una notizia positiva per noi”, ha concluso.

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