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Morta nella valle del Boite nel ’77: dopo la Corazzin si indaga su un’altra ‘Rossella’

A metà degli anni Settanta, Rossella Mutschlechner, 17 anni, venne trovata cadavere nel letto del fiume Boite nello stesso periodo in cui la sua omonima Rossella Corazzin spariva da Tai di Cadore, a pochi chilometri di distanza. A pochi giorni dalle rivelazioni di Angelo Izzo sulla Corazzin, si valutano possibili legami tra i due casi.
A cura di An. Mar.
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Rossella Corazzin
Rossella Corazzin

Mentre la liceale Rossella Corazzin spariva dalla panchina di Tai di Cadore, un'altra Rossella veniva trovata morta nel fiume. Si tratta di quello di Rossella Mutschlechner, giovane donna trovata cadavere nel letto del fiume Boite (nel bellunese), a metà degli anni Settanta. Il caso è riemerso grazie alla testimonianza dell'ex maresciallo dei carabinieri Silvano Gosetti che, dopo aver appreso delle recenti dichiarazioni di Angelo Izzo sul presunto omicidio di Rossella Corazzin, si è presentato dal pm Paolo Luca per sottoporgli un altro caso sul quale all'epoca dei fatti indagò. "Ho letto molte cose in questi giorni – ha detto l'ex maresciallo al Gazzettino – sulla vicenda di Corazzin, mi è venuto in mente che, nello stesso periodo, trovammo la salma di Mutschlechner, sul Boite. Il medico legale ravvisò delle abrasioni superficiali sul corpo, che non ci aiutarono a capire se la ragazza si fosse tolta la vita oppure fosse rimasta vittima di una disgrazia".

Rossella Corazzin, all'epoca diciassette di San Vito al Tagliamento, è sparita da Tai di Cadore (Belluno), nell'estate del 1975. Per oltre quarant'anni è stata cercata in tutta Italia fin quando il pluriomicida Angelo Izzo, in cella per due ergastoli, non ha confessato di aver partecipato allo presunto stupro di gruppo di cui la ragazza sarebbe stata vittima. I fatti vengono collocati da Izzo nella villa sul Trasimeno del medico Francesco Narducci (sospettato di aver preso parte ai delitti del mostro di Firenze), dove Rossella sarebbe stata tenuta prigioniera per diversi giorni fino al suo omicidio. Mentre il procuratore di Belluno indaga sulla storia raccontata dell'ex pariolino, nella quale ha chiamato in correità anche i complici del massacro del Circeo, Andrea Ghira e Gianni Guido, all'attenzione della stampa arriva la storia ‘dell'altra' Rossella.

Cosa accomuna Rossella Corazzin e la sua sfortunata omonima? "Frequentava una banda di amici che arrivava da Roma – dice Gosetti – Ragazzi, che giravano con molti soldi in tasca e facevano parte dell’alta borghesia capitolina. Aveva anche lei 17 anni, viveva in paese e affrontava i problemi che hanno un po’ tutti gli adolescenti". Sta ora al procuratore Luca ha ricevuto la visita di Silvano Gosetti, che all’epoca indagò sulla scomparsa della ragazza di San Vito al Tagliamento, valutare se quanto portato alla sua attenzione da Gosetti possa portare nuovi riscontri investigativi.

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