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Modena, falsi esami di italiano per gli stranieri: 5 arresti. Salvini: “Altro che ius soli”

La polizia di Stato di Modena ha arrestato 5 persone per aver falsificato gli esami di italiano (Celi) per gli stranieri, necessari per ottenere il permesso di soggiorno. Più di seimila le persone che in tutta Italia hanno usufruito del sistema corruttivo, in cambio di denaro. Salvini: “Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, in Italia servono regole”.
A cura di Ida Artiaco
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Falsificavano gli esami di italiano degli stranieri che avrebbero in questo modo potuto ottenere il permesso di soggiorno in cambio di denaro. Per questo sono stati arrestati questa mattina, martedì 26 marzo, cinque persone a Modena, accusate a vario titolo dei reati di corruzione, falsità ideologica, truffa, contraffazione di documenti necessari al fine di determinare il rilascio di carta di soggiorno per lungo periodo ed indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Nello specifico, sono state emesse un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un italiano e di 4 ordinanze agli arresti domiciliari per due italiani, un marocchino e un tunisino.

Altre 25 risultano indagate nell'ambito dell'inchiesta, condotta dalla Polizia della città emiliana, che ha fatto luce su un sistema che aveva il suo fulcro nel "Centro di Formazione Linguistico" accreditato presso l'Università per Stranieri di Perugia, per il conseguimento, a seguito d’esame, dell'attestato di conoscenza della lingua italiana da parte dei cittadini stranieri. Dopo aver installato delle telecamere nei locali dove si svolgevano le fatidiche verifiche, gli agenti sono riusciti a dimostrare che si trattava di un esame assolutamente fittizio visto che gli stranieri, che ne facevano richiesta per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo, venivano forniti delle risposte già compilate da cui copiare o comunque venivano aiutati dalla commissione compiacente. Ma il giro di affari che ne è nato non coinvolge solo l'Emilia Romagna. In totale, sarebbero più di 6mila gli stranieri che si sono rivolti a varie sedi d'esame sparse in città del Nord Italia, fra Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, che in cambio di ingenti somme di denaro hanno ottenuto il cosiddetto certificato "Celi", pur non avendone i requisiti.

Le dichiarazioni del vicepremier: "Più rispetto in Italia"

Sulla vicenda è intervenuto anche il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che su Twitter ha commentato così la notizia degli arresti effettuati a Modena: "Altro che ius soli e cittadinanze in regalo, in Italia servono regole, controlli e rispetto. Grazie alle Forze dell’Ordine". Intanto, l'Università di Perugia, chiamata in causa dall'indagine, ha fatto sapere di sentirsi parte lesa e di avere interrotto ogni rapporto con la struttura modenese nel dicembre del 2018, perché il centro non era ritenuto più funzionale alle esigenze didattiche alla base della convenzione.

In Piemonte 800 cittadinanze italiane a pagamento

Intanto 7 persone di nazionalità brasiliana in Piemonte, tra Verbania e Novara sono state arrestate per aver indotto in errore i pubblici ufficiali delle anagrafi comunali per far ottenere la cittadinanza italiana a stranieri in cambio di denaro. Nella rete degli investigatori sarebbe finito anche un parroco della diocesi di Padova. In totale, ha spiegato la polizia, sono ben 800 le cittadinanze italiane ottenute con l'inganno, per un giro d'affari stimato in oltre 5 milioni di euro. Le indagini sono durate più di un anno e tra coloro che hanno ottenuto la cittadinanza italiana ci sarebbe anche un giocatore della Chapecoense, la squadra di calcio sudamericana distrutta da un incidente aereo nel novembre 2016. Il nome del giocatore, morto nella tragedia, risulta negli elenchi di coloro per i quali la banda smascherata dalla Polizia l'aveva chiesta, e poi ottenuta, in un Comune della Val d'Ossola.

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