10.611 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Mio figlio cacciato dal campus estivo perché down”, la denuncia di un padre

Secondo il padre, il ragazzino cacciato perché avevano paura potesse creare problemi agli altri. Per il responsabile del campus romano solo per mancanza di personale adatto.
A cura di Antonio Palma
10.611 CONDIVISIONI
Immagine

Cacciato dal campus estivo per ragazzini solo perché affetto da sindrome di down. È la denuncia di Andrea Mantovani padre del piccolo Danilo rifiutato da un centro estivo del quartiere Ottavia a Roma dopo un solo giorno di frequenza. I genitori del piccolo infatti non hanno gradito la motivazione con cui i responsabili del centro hanno rifiutato il ragazzino e hanno deciso di denunciare tutto su facebook. "Il gestore del centro estivo ha detto che era molto dispiaciuto, ma Danilo non poteva frequentare, perché era difficile da gestire e lui non aveva personale da dedicargli" ha raccontato Mantovani, ricordando però che neanche dopo la sua proposta di pagare un tutor a parte, dal centro ne hanno voluto sapere. "Mi hanno risposto: sai, poi non vorrei che crei problemi agli altri bambini che, tornati a casa, si lamentino di Danilo e magari i genitori portino via i loro figli dal centro" ha sottolineato il padre del ragazzo, spiegando: "A questo punto ho capito che il problema non era il comportamento di Dany, ma era Dany. Avevano paura di perdere soldi". "Certo, 15 euro al giorno a bambino per 20-30 bambini sono un capitale. E non possono mica permettere che un bambino ‘diverso' possa infastidire qualcuno" ha commentato amareggiato Mantovani.

La campagna su Facebook

Da qui, la decisione di lanciare sui social network una campagna antidiscriminazione per difendere i diritti dei bambini down: "Pubblichiamo le foto dei nostri bambini, visto che qualcuno ancora crede che possano essere pericolosi". "Anche l’anno scorso lo abbiamo portato ad un centro dove ci fecero i complimenti per il suo comportamento. Certo dava un po’ da fare ma non più di altri" hanno spiegato i genitori di Dany, raccontando: "Quando lo abbiamo portato, lui era iper felice, c’era la piscina, il campetto, il pallone e il minibasket, e alla fine quando siamo andati via lui salutava tutti e diceva ci vediamo domani". La storia ha avuto molto risalto in rete con centinaia di commenti di solidarietà al padre, ma anche richieste di interventi da parte delle autorità sul centro sportivo.

La risposta del resposabile del campus

Il responsabile del centro, un professore di educazione fisica delle medie con trent’anni d’insegnamento sulle spalle, non contraddice il racconto di Andrea Mantovani, ma ne da una diversa interpretazione. "Il problema è che non abbiamo operatori. Da parte nostra non c’è stata nessuna volontà di discriminare il bambino" ha spiegato il referente del campus, aggiungendo: "Io non me la sono sentita di prendermi questa responsabilità, di gestire la situazione di Danilo, perché serve una preparazione". “Io non opero nel campo dei disabili, probabilmente è stata mancanza di sensibilità nei confronti del genitore, ma la cosa è stata strumentalizzata” ha spiegato sempre il responsabile del centro che parla di linciaggio morale su Facebook e di caccia alle streghe. "Si mette in discussione la mia moralità, e chi ha tentato di difendermi nel web, perché mi conosce e perché ho cresciuto i loro figli, ha ricevuto insulti" ha spiegato l'uomo.

Il bambino ospitato in un altro centro

Intanto però si è mosso il presidente del XIV Municipio di Roma, Valerio Barletta, che ha annunciato: "Con il Sindaco abbiamo proposto ad Andrea di iscrivere il figlio, gratuitamente, in un centro sportivo municipale, dove sarà accolto da domani, insieme agli altri bambini". Sul caso è intervenuta anche la presidente della commissione Politiche sociali e della salute del comune di Roma, Erica Battaglia che ha commentato: "Sono orgogliosa perché questa amministrazione ha saputo essere vicina a quella famiglia che ha dovuto reclamare il diritto alla socialità per un suo figlio con sindrome di down. Un diritto che, ormai, dovrebbe costituire la norma, perché tutti i bambini hanno uguali diritti".

10.611 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views