Virus del Nilo Occidentale in Lombardia: “Trovati alcuni casi nelle zanzare a Pavia, Lodi, Cremona e Mantova”

Dopo il primo decesso a Roma a causa del West Nile, il virus del Nilo Occidentale, anche la Lombardia ha cominciato a monitorarne la diffusione. Al momento, sarebbero 4 i casi autoctoni presenti nelle zanzare nelle province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova registrati nel mese di luglio.
“Il West Nile non va assolutamente sottovalutato”, ha spiegato a Il Giorno il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva dell’Università degli Studi di Milano. “Un caso mortale su mille può creare grossi problemi anche in Italia e gli andamenti endemici nei Paesi più colpiti dimostrano come le conseguenze non siano affatto piacevoli”.
Cos’è il virus del Nilo Occidentale e come si trasmette
Il virus del Nilo Occidentale – così chiamato perché scoperto nella regione a ovestdel fiume Nilo, in Egitto – è un arbovirus. Sul sito ufficiale dell'Istituto Superiore di Sanità, si legge che "i serbatoi del virus sono gli uccelli selvatici e le zanzare (più frequentemente del tipo Culex), le cui punture sono il principale mezzo di trasmissione all’uomo. La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto con le persone infette".
La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.
Il Virus del Nilo Occidentale in Lombardia
La presenza del virus in 4 casi di zanzare lombarde conferma che il fenomeno non è più circoscritto alle sole regioni del sud Italia. “Anche un sottovaso nel balconcino a Milano o nel Lazio può replicare e diffondere il virus. In zone endemiche ha fatto enormi danni e anche l’Italia è a rischio visto il cambiamento climatico e le temperature sempre più calde”, ha spiegato ancora il virologo.
“È importante la prevenzione e la necessità che le istituzioni controllino le zone verdi facendo adeguate disinfestazioni”, ha sottolineato Pregliasco. Questo anche perché oggi "non esiste un vaccino per il West Nile. La strategia si basa quindi sulla prevenzione attraverso il controllo vettoriale e la riduzione dei focolai di riproduzione delle zanzare".