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Violenta e mette incinta una bambina di 10 anni in un centro accoglienza, chiesta condanna a 6 anni e 8 mesi

Un 29enne è imputato per violenza sessuale aggravata per aver violentato e messo incinta una bambina di 10 anni nel settembre del 2024. La pm di Brescia, Federica Ceschi, ha chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi di reclusione.
A cura di Enrico Spaccini
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Immagine di repertorio
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La pm di Brescia, Federica Ceschi, ha chiesto una pena di 6 anni e 8 mesi per il 29enne accusato di aver violentato una bambina di 10 anni nell'estate del 2024 nel centro di accoglienza straordinaria per migranti di San Colombano di Collio, in Valtrompia (in provincia di Brescia). In seguito a quell'abuso, la piccola rimase incinta e venne fatta abortire in ospedale. Il 29enne ora è a processo con rito abbreviato e nella richiesta di condanna la pm ha riconosciuto le attenuanti generiche e il fatto che era incensurato. La sentenza dovrebbe arrivare il prossimo 13 gennaio.

Stando a quanto ricostruito, la violenza si era consumata nel settembre del 2024 all'interno del centro di accoglienza straordinaria per migranti di San Colombano di Collio (poi chiuso). La bambina, che aveva appena 10 anni, aveva iniziato a manifestare strani dolori e un cambio improvviso d'atteggiamento. Preoccupata per le sue condizioni di salute, dopo aver parlato con una educatrice, la madre l'aveva fatta visitare all'ospedale Civile di Brescia.

Al termine degli accertamenti, i medici avevano scoperto che la bambina aveva una gravidanza in atto, subito interrotta. Una volta segnalato il caso alle forze dell'ordine, la piccola e sua madre erano state trasferite in una comunità protetta mentre, intorno a metà ottobre, un 29enne di origini bengalesi era stato arrestato per violenza sessuale aggravata.

Lo scorso settembre, attraverso il proprio legale, il 29enne aveva chiesto e ottenuto di essere giudicato con rito abbreviato, cosa che gli consentirà di ottenere lo scontro pari a un terzo della pena. Una richiesta che era stata vincolata alla testimonianza di un agente di polizia sul contenuto della copia forense del telefono dell'imputato e quella di una persona già sentita in fase di indagini preliminari. Intanto il 29enne, ora detenuto a Cremona, nei mesi scorsi aveva ammesso le proprie responsabilità.

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