Via libera al bando del Comune per la nuova sede del Leoncavallo in via San Dionigi a Milano

A una settimana dallo sgombero del Leoncavallo sta per arrivare il bando pubblico che potrebbe presto assegnargli una nuova sede. Il Comune di Milano ha approvato le linee guida (propedeutiche alla pubblicazione del bando) per cedere un immobile di sua proprietà in via San Dionigi, zona Porto di Mare, nella periferia sud della città. Un'area per cui già lo scorso marzo l'associazione Mamme Antifasciste del Leoncavallo aveva presentato una manifestazione di interesse, per cercare di regolarizzare la posizione dello storico centro sociale sgomberato dopo 31 anni da via Watteau.
Alla delibera sulle linee d'indirizzo potranno partecipare diverse realtà, dalle organizzazioni di volontariato, ad associazioni, imprese e cooperative sociali, enti del terzo settore, società sportive: dovranno presentare un progetto con finalità di interesse pubblico e un piano economico-finanziario con gli interventi di riqualificazione previsti, dal momento che gli immobili sono in pessime condizioni e necessitano di urgenti interventi di ristrutturazione e bonifiche.
Il destino del Leoncavallo a Milano
"Ovviamente il fatto che ci sia questo bando, che il Comune di Milano continui a essere disponibile, è un fatto positivo", è stato il commento a caldo di Marina Boer, presidente delle Mamme Antifasciste del Leoncavallo. Associazione che probabilmente non potrà partecipare a causa delle pendenze con il Viminale, che ha chiesto di riavere indietro i 3 milioni di euro pagati al gruppo Cabassi per il mancato sgombero dell'ex cartiera di via Watteau: a presentarsi, quindi, sarà con tutta probabilità la Fondazione creata nel 2004 dagli occupanti del Leoncavallo. Ma la strada resta ancora in salita. Il maggior ostacolo? Quello economico, dal momento che per l'insediamento in via San Dionigi al Corvetto sarebbero previsti ingenti investimenti per la ristrutturazione e la messa in sicurezza dell'immobile abbandonato (si parla di circa 300mila euro solo per l'amianto e l'allacciamento alla rete fognaria).
Le polemiche e la raccolta firme dei residenti
Intanto l'opposizione, Lega in testa, annuncia battaglia: "La destinazione della sede comunale in San Dionigi al centro sociale Leoncavallo è un'indecenza inaccettabile", hanno dichiarato la vicesegretaria del partito Silvia Sardone e il segretario della Lega a Milano Samuele Piscina. "Siamo pronti a presentare un esposto in Procura e alla Corte dei Conti". Così come alcuni cittadini del Municipio 4, che hanno già aperto una raccolta firme ufficiale sul sito del Comune di Milano. "Riteniamo che la scelta di collocare tale struttura in una zona già caratterizzata da disagio sociale, criminalità, spaccio di droga e problemi di sicurezza, possa peggiorare le condizioni di vivibilità del quartiere e mettere a rischio l’incolumità dei residenti", si legge nella petizione. "La zona indicata ospita il Boschetto di Rogoredo, noto punto di smistamento di sostanze stupefacenti, rappresentando un contesto inadeguato per l’insediamento di un centro sociale".