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Va in ospedale per operarsi all’anca, diventa positivo al Covid e muore

Lo scorso 22 marzo Francesco Tunesi, 69enne di Domaso, in provincia di Como, è morto a causa del Coronavirus all’ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona, dove si era ricoverato pochi giorni prima per essere sottoposto a un intervento all’anca, perfettamente riuscito. Prima del ricovero si era sottoposto al tampone, risultato negativo. Da qui i dubbi dei fratelli, che a Fanpage.it raccontano: “Il sospetto è che è stato contagiato nel reparto”. Ma la struttura nega qualsiasi nesso.
A cura di Francesco Loiacono
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Si è ricoverato in ospedale per sottoporsi a un'operazione all'anca. Ma dopo l'intervento, andato bene, ha scoperto di essere positivo al Coronavirus, che in pochi giorni l'ha ucciso. È il triste destino di Francesco Tunesi, 69enne di Domaso, in provincia di Como, morto lo scorso 22 marzo all'ospedale Moriggia Pelascini di Gravedona. A Fanpage.it i fratelli della vittima, Antonio e Giovanni Battista, hanno raccontato la sua storia rivelando anche il loro sospetto: e cioè che Francesco si sia contagiato proprio nell'ospedale che avrebbe dovuto curarlo. Ma la struttura, contattata da Fanpage.it, nega qualsiasi nesso tra il ricovero e il contagio.

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Il ricovero e l'intervento

Francesco Tunesi si era ricoverato all'ospedale di Gravedona per essere sottoposto a un intervento divenuto quasi di routine e che lui aspettava da un anno: l'inserimento di una protesi all'anca per sostenere meglio il peso del corpo. Prima del ricovero, come da prassi in questo periodo, è stato sottoposto al tampone per il Covid-19, risultando negativo: "Il venerdì (11 marzo, ndr) ha fatto il tampone, era negativo – hanno spiegato i fratelli -. Al lunedì è stato accompagnato, martedì ha fatto l'intervento, è andato bene. Lo abbiamo sentito al telefono e sembrava in recupero". Il venerdì della settimana seguente, il 18 marzo, doveva essere trasferito in reparto per la riabilitazione, e prima di entrare è stato sottoposto a un altro tampone, che però questa volta ha dato un esito diverso. "Mi chiama e mi fa: ‘Sono positivo, mi hanno contagiato'", racconta uno dei fratelli.

Le telefonate seguenti rivelano il rapido peggioramento delle condizioni di Francesco: "Nell'ultima chiamata sospirava e ha detto: ‘Ho il catetere'". Poi i fratelli non riescono più a sentirlo, ma vengono a sapere che Francesco ha sviluppato una polmonite bilaterale e che gli è stato messo il casco C-Pap. Purtroppo però in pochi giorni le sue condizioni peggiorano ulteriormente e il 22 marzo Francesco muore.

Il sospetto dei fratelli: "È stato contagiato in reparto"

"Il sospetto è che è stato contagiato nel reparto, perché anche altri sono stati altri contagiati", dice Antonio. Negli stessi giorni infatti anche altri pazienti ricoverati in Ortopedia sarebbero risultati positivi al virus. Secondo la struttura, che smentisce però ogni correlazione, Francesco Tunesi potrebbe essersi contagiato prima del suo ingresso in ospedale e la positività, per via del periodo di incubazione, si sarebbe manifestata solo qualche giorno dopo. Ma Francesco aveva problemi di deambulazione: nei giorni precedenti all'operazione non si era mai mosso da casa.

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Il ricordo dei fratelli di Francesco: Gli volevano bene tutti

"Gli volevano bene tutti, aveva un modo di fare, una curiosità speciali. Sapeva tutto di tutti", lo ricordano i fratelli. "Il prete, nell'omelia, ha detto che lui era l'ambasciatore, gli ha fatto conoscere tutto il resto del paese". I due fratelli sono divisi tra il dolore e la rassegnazione per la perdita e il desiderio di giustizia: "Non ho rancore, lui non me lo danno più", dice Giovanni Battista. Ma Antonio non si rassegna: "Non si può andare per fare un'operazione e al posto di essere assistito venire contagiato, e non riuscire a portare a casa la tua vita".

Francesco Tunesi (al centro)
Francesco Tunesi (al centro)

(Interviste a cura di Simone Giancristofaro)

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