Uomo ucciso e bruciato a Sesto San Giovanni, dalla Turchia la conferma che si tratta di Hayati Aroyo: chi è

É arrivata dalla Turchia la conferma dell'identità dell'uomo che lo scorso mercoledì è stato trovato morto e semicarbonizzato in un appartamento a Sesto San Giovanni, in provincia di Milano. Si tratta, come anticipato qualche giorno fa, del 62enne turco Hayati Aroyo, cognato del boss della mafia turca Huseyin Saral. Quest'ultimo fu ucciso durante un agguato a Crotone, il 31 gennaio 2005, proprio mentre si trovava in auto insieme ad Aroyo, che invece sopravvisse. Nell'appartamento dell'uomo sono stati trovati alcuni ritagli di giornale che riportano le cronache di quel giorno. Per il momento, tuttavia, sembra che la sua morte non sia connessa agli affari criminali della famiglia. L'identità dell'uomo è stata confermata dalle autorità turche grazie al confronto delle impronte digitali, mentre rimane ancora sconosciuta l'identità dell'omicida.
Gli investigatori continuano a indagare sulla rete di conoscenze del 62enne, che aveva un fratello a Milano e che pare si fosse trasferito nella casa di Sesto San Giovanni all'inizio della scorsa settimana, pochi giorni prima dell'omicidio. L'appartamento risulta in affitto a uno studente fuori sede di 20 anni dell'università Bicocca, non indagato, che al momento dell'accaduto si trovava nella sua città d'origine per trascorrere le vacanze estive. Gli inquirenti stanno cercando di capire se Aroyo avesse debiti in sospeso con qualcuno che potrebbe aver deciso di fargliela pagare.
Il corpo del 62enne è stato trovato all'alba di mercoledì 23 luglio dai vigili del fuoco, intervenuti nell'appartamento al piano terra di via Fogagnolo, a Sesto San Giovanni, per un incendio. Al loro arrivo, i pompieri hanno visto il cadavere dell'uomo sul letto, semicarbonizzato e lacerato da almeno 20 ferite di arma da taglio. La Procura di Milano ha aperto un fascicolo per omicidio e ha disposto l'autopsia sulla salma. Dagli esami è emerso che Aroyo sarebbe stato ucciso, forse con un paio di forbici, attorno alle 2:00 del mattino, più di un'ora prima che i vigili del fuoco intervenissero per spegnere le fiamme. Gli investigatori, quindi, pensano che il killer possa essere tornato sulla scena del crimine per appiccare l'incendio, nella speranza forse di eliminare le proprie tracce.