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Ucciso con 38 coltellate a Lodi, zio e nipote accusati per omicidio: andranno a giudizio immediato

È stato chiesto il giudizio immediato per il 49enne Roberto Zuccotti e il 29enne Andrea Gianì accusati dell’omicidio di Roberto Bolzoni, ucciso con 38 coltellate a Lodi.
A cura di Ilaria Quattrone
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Roberto Bolzoni
Roberto Bolzoni

Il 49enne Roberto Zuccotti e il 29enne Andrea Gianì andranno a giudizio immediato davanti alla Corte d'Assise di Milano per l'omicidio di Roberto Bolzoni, conosciuto con l'appellativo Rambo. L'uomo, un sessantenne, è stato ucciso con 38 coltellate. Sarebbe stato colpito al viso e al collo e il suo cadavere è stato poi rinvenuto dalla moglie il 18 febbraio all'interno di un'automobile, una Volkswagen Golf, in piazza Omegna a Lodi, poco distante da dove viveva.

Stando a quanto ricostruito dagli inquirenti, domenica 16 febbraio i due indagati erano andati a giocare al punto Snai di Lodi con il sessantenne. Quest'ultimo li aveva poi accompagnati a casa. I tre – come è stato poi rivelato dalle indagini scientifiche dei carabinieri del nucleo investigativo di Lodi e dal Ris di Parma – si sarebbero poi incontrati la sera stessa nel parcheggio dove poi l'uomo è stato trovato morto.

Il 18 febbraio Bolzoni è stato trovato morto dalla moglie, che ne aveva denunciato la scomparsa: non aveva con sé né portafogli né cellulare né gioielli. È stato ucciso con 38 coltellate. Il veicolo era chiuso, ma le chiavi non sono mai state trovate. Gli inquirenti hanno svolto i rilievi e ricostruito la dinamica. Si sono concentrati poi su Zuccotti e Gianì, che sarebbero stati entrambi ripresi da una telecamera di sicurezza mentre salivano sull'automobile di Bolzoni fuori dal centro scommesse. Tutti e due vivevano nello stesso quartiere di Bolzoni e frequentavano lo stesso centro scommesse.

Sulle scarpe di entrambi gli indagati sono state trovate tracce di sangue compatibili con quelle della vittima. Inoltre il portafogli e il cellulare della vittima sono stati ritrovati a pochi metri dall'abitazione di uno dei due indagati. L'arma del delitto e altri oggetti non sono stati invece recuperati. Per gli inquirenti, quanto accaduto a Bolzoni sarebbe una rapina finita male.

I due sono stati poi arrestati. Zuccotti, che ha alcuni precedenti per reati contro il patrimonio ed è stato condannato per spaccio, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il nipote, invece, afferma di essere innocente. La prima udienza si svolgerà il 3 novembre.

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