Uccise un uomo perché “sentiva le voci e il diavolo”: condannato a 22 anni di carcere

Nella giornata di ieri, lunedì 21 luglio 2025, Petrit Gega è stato condannato a ventidue anni di reclusione. L'uomo, un 53enne che lavorava come muratore, era a processo perché accusato dell'omicidio di Alfons Kola, un 33enne che è stato ucciso il 31 maggio 2023 davanti a un bar di Calcinatello, comune che si trova in provincia di Brescia. La corte d'Assise di Brescia ha quindi accolto la richiesta della Procura.
I fatti sono accaduti due anni fa. Il 31 maggio la vittima era al bar con alcuni amici per un aperitivo. Una volta terminato, avrebbe incrociato il 53enne che lo avrebbe aspettato per due ore prima di aggredirlo. Il delitto infatti troverebbe le sue origini in una faida familiare nel loro paese d'origine: l'Albania.
Per l'accusa quindi il 53enne sarebbe andato lì con la precisa intenzione di uccidere: avrebbe infatti portato con sé due coltelli da cucina. Quando lo ha aggredito, il 33enne avrebbe provato a difendersi con una spranga. L'aggressore è poi scappato ed è stato fermato dai carabinieri nella sua casa a Lonato del Garda. La vittima è morta il giorno dopo in ospedale.
Agli investigatori, avrebbe detto di averlo ucciso perché spinto dalle "voci", dal diavolo e di aver bisogno dell'intervento di un esorcista. Durante il precesso, Gega è stato dichiarato seminfermo di mente dal perito nominato dalla Corte d'Assise. È stato però ritenuto anche capace di stare in giudizio e socialmente pericoloso. I giudici della Corte d'Assise hanno disposto per lui il ricovero in una struttura psichiatrica giudiziaria dopo che avrà scontato la pena per una durata non inferiore a tre anni.