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Uccide la moglie dopo una lite: l’accusa può passare da omicidio volontario a preterintenzionale

Dopo l’interrogatorio del giudice per le indagini preliminari, il 41enne accusato dell’omicidio della moglie di 48 anni ad Arese (Milano) potrebbe veder cambiato il capo di imputazione da omicidio volontario a a preterintenzionale. L’arrestato ha fornito una sua versione dei fatti che dovrà trovare riscontro nell’autopsia sul cadavere della donna.
A cura di Filippo M. Capra
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Interrogato dal giudice per le indagini preliminari Angela Minerva, l'uomo di 41 anni accusato di aver ucciso la moglie di 48 ad Arese, in provincia di Milano, prima di tentare di ammazzare anche il figlio, ha parlato a lungo di quanto successo, offrendo la sua versione dei fatti.

Attesi gli esiti dell'autopsia per modificare l'accusa

Come riportato da Il Giorno, l'indagato avrebbe fornito una ricostruzione molto dettagliata della tragedia consumatasi dentro le mura di casa sua. La parte maggiormente attenzionata dal gip è stata quella relativa all'epilogo della lite scaturita tra lui e la moglie, conclusasi con l'omicidio della donna. Dopo le dichiarazioni dell'uomo, sarà necessario attendere l'esito dell'autopsia per stabilire cosa abbia realmente ucciso la 48enne. Tre le ipotesi principali: soffocamento, una spinta che avrebbe provocato danni accidentali o una coltellata in faccia prima di uno strangolamento. In base a quella che verrà accertata come la causa del decesso, verrà stabilito anche il capo di imputazione: omicidio volontario o omicidio preterintenzionale in caso della spinta.

La gelosia il movente della tragedia

Il medico legale, inizialmente, aveva parlato di soffocamento, lo stesso trattamento riservato al figlio che è riuscito a scappare dalla presa dell'uomo. Questi, dopo aver tentato di strangolarlo, si è ferito da solo con tagli alle braccia, forse nel tentativo di togliersi la vita. Soccorso dagli operatori sanitari del 118, era stato portato all'ospedale di Garbagnate Milanese in codice giallo prima di essere trasferito nel carcere di San Vittore. Il movente per cui l'uomo avrebbe ucciso la moglie sarebbe riconducibile alla gelosia.

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