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Turni da 18 ore alla Plozzer di Lodi, in 16 a processo per sfruttamento dei “camionisti schiavi”

Costretti a fare turni da 18 ore alla Plozzer di Lodi. Le prime denunce degli autotrasportatori nel 2019. Ora in 16 andranno a processo con l’accusa di sfruttamento dei lavoratori, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio.
A cura di Enrico Spaccini
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Una delle intercettazioni telefoniche agli autisti Plozzer (foto da guardia di finanza di Lodi)
Una delle intercettazioni telefoniche agli autisti Plozzer (foto da guardia di finanza di Lodi)

Turni di lavoro di 18 ore, autotrasportatori che non tornavano a casa per mesi, alcuni che dormivano dentro l'azienda su brandine di fortuna. Il giudice dell'udienza preliminare di Lodi Francesco Salerno ha rinviato a giudizio 16 esponenti del colosso della logistica del freddo e dell'alimentare Plozzer di Lodi Vecchio. L'accusa è di sfruttamento dei lavoratori, estorsione, evasione fiscale e riciclaggio dei relativi ricavi.

"Il dominus del sodalizio"

La Plozzer può vantare quasi 200 dipendenti. Il titolare è il 60enne Roberto Plozzer: lecchese, vive da anni a Miradolo Terme. I finanzieri lo hanno definito "il dominus del sodalizio". Secondo la Procura di Lodi, gli autotrasportatori dell'azienda lodigiana avrebbero accettato di viaggiare giorno e notte, senza riposarsi mai, per paura di perdere il posto del lavoro. Una condizione che metteva a rischio gli stessi dipendenti. La Plozzer, infatti, a quei tempi aveva una media-incidenti molto superiore a tutte le dirette concorrenti: 276 casi in sette anni. Tra questi, anche quello che ha portato alla morte dell'insegnante di religione 70enne Mario Ronzoni investito da uno dei tir.

Turni disumani, evasione fiscale e le punizioni per i dissidenti

Durante il processo compariranno come testimoni anche gli ex dipendenti che nel 2019 avevano fatto scattare l'indagine. Dopo il controllo di un autoarticolato, i finanzieri avevano scoperto che il cronotachigrafo era stato truccato. A quel punto, l'autotrasportatore si è sfogato con i militari raccontando cosa sarebbe accaduto in quell'azienda. Dei veri "schiavi del volante", disposti a fare turni fino a 18 ore pur di non perdere il posto di lavoro. Nel frattempo, i titolari della ditta, Roberto Plozzer e il figlio, secondo i magistrati continuavano ad arricchirsi evadendo il fisco: fatture false da almeno 60 milioni di euro e fondi neri creati per circa 20 milioni. Durante le indagini, sono state raccolte anche diverse intercettazioni. Tra queste, una delle figlie di Plozzer che suggeriva ai fedelissimi dell'azienda di dare una lezione a colleghi che avevano mostrato insofferenza verso i ritmi di lavoro: "Io se fossi in voi andrei ad ammazzarli… ammazzarli di botte".

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