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Truffa alla onlus contro il Coronavirus, un arresto: “Soldi usati per realizzare fantasie sessuali”

Svolta nelle indagini su una presunta truffa ai danni della onlus “Uniti per la provincia di Cremona”, nata a marzo di quest’anno per aiutare gli ospedali contro il Coronavirus. Una delle tre persone già indagate a luglio è stata arrestata con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita e al riciclaggio. Salgono a 11 in totale gli indagati: per gli inquirenti parte dei soldi sottratti alla onlus sarebbe servita a realizzare le “bizzarre fantasie sessuali” dell’ex segretario.
A cura di Francesco Loiacono
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Un arresto, altri sette indagati e l'ipotesi che parte dei soldi sottratti a una onlus nata per aiutare gli ospedali contro il Coronavirus siano serviti in realtà a realizzare le "bizzarre fantasie sessuali" dell'ex segretario. Questa la svolta nelle indagini su una presunta truffa ai danni della onlus "Uniti per la provincia di Cremona", nata a marzo di quest'anno per aiutare una zona, quella del Cremonese, fortemente colpita dalla prima ondata della pandemia. Lo scorso luglio tre persone, ritenute promotrici dell'associazione, erano state indagate con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, all'autoriclaggio e all'appropriazione indebita: gli inquirenti ritenevano che si fossero appropriati indebitamente di parte dei 4 milioni di euro raccolti tra cittadini e imprese durante l'emergenza attraverso il meccanismo di fatture false rilasciate alla onlus.

Le "proposte di tipo sessuale" fatte dall'ex segretario della onlus ai fornitori

Questa mattina i militari della guardia di finanza, eseguendo un'ordinanza del giudice per le indagini preliminari Pierpaolo Beluzzi, hanno arrestato uno degli indagati, A.M., con le accuse di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita e al riciclaggio. L'uomo, un 35enne di Soresina gestore di locali notturni, secondo gli inquirenti avrebbe emesso fatture false e minacciato anche alcuni dei testimoni che avevano parlato durante la prima fase dell'inchiesta. In totale gli indagati sono saliti a 11: sarebbero 250mila i soldi sottratti alla onlus. Parte dei soldi sarebbero finiti su conti esteri, altro denaro invece, secondo quanto ipotizzato dal gip nell'ordinanza, sarebbe stato utilizzato a fini personali dall'ex segretario della onlus, già indagato nella prima tranche dell'inchiesta. In particolare, il denaro sarebbe servito all'ex segretario per "realizzare le proprie bizzarre fantasie sessuali". Un'ipotesi che sarebbe suffragata da intercettazioni, messaggi presenti nel telefono dell'indagato, sequestrato, e dalle testimonianze di alcuni dei fornitori della onlus che ha rivelato come l'ex segretario "faceva proposte di tipo sessuale" a lui a ai suoi collaboratori.

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