“Trattati come bestie”: la denuncia di Ali, trattenuto nel Cpr di Milano tra sporcizia, docce gelide e cibo scadente

In questo momento Ali (nome di fantasia) è trattenuto all'interno del Cpr (Centro permanenza rimpatri) di via Corelli a Milano. Questo perché dopo 14 anni trascorsi in Italia non gli è stato rinnovato il permesso di soggiorno a causa di una vecchia condanna penale in materia di sostanze stupefacenti. Così, a fine settembre, Ali si è presentato in questura per fare richiesta di protezione complementare.
"Una domanda speciale basata sul radicamento sul territorio nazionale", ha spiegato a Fanpage.it l'avvocato del ragazzo. "Nel suo caso dovuto a un radicamento lavorativo e sentimentale dal momento che convive da qualche anno con una cittadina italiana nel Milanese". Da allora, però, Ali si trova all'interno del Corelli dove, ogni giorno, si trova a vivere una situazione di "degrado", fatta di "soprusi e condizioni disumane". "Una vergogna" che Ali ha deciso di denunciare a Fanpage.it.
Le condizioni all'interno del Corelli
"Qua dentro la situazione è veramente pesante, ci trattano come delle bestie", ha esordito Ali a Fanpage.it per descrivere la situazione che si ritrova a vivere all'interno del Corelli. "Le stanze sono sporche, ci sono i piccioni dappertutto, anche dentro le sezioni". In più, "i materassi sono vecchi, sfondati, c'è puzza di umidità, l'acqua delle docce, quando c'è, è gelida e i bagni sono sempre intasati con un odore tremendo. La situazione è davvero dura".

Come si può osservare nelle immagini dei video che sono stati mandati a Fanpage.it, le docce all'interno del Cpr risultano essere colme di rifiuti, da bottiglie di plastica a mozziconi di sigaretta, i bagni sono intasati e i lavandini ricoperti di sporcizia. Elementi che danno l'idea di uno stato di degrado talmente profondo e radicato che, anche quando vengono fatte le pulizie, "dopo un'ora è già tutto come prima".
Non è finita qui. "Il cibo è scarso e quasi sempre freddo", ha riferito ancora Ali. Poi, per quanto riguarda l'aspetto sanitario, "chi sta male riceve poca attenzione dall'infermeria, danno la stessa medicina per tutto". O, dall'altro lato, "c'è un abuso di terapie e psicofarmaci", ha continuato Ali a Fanpage.it. "Lo fanno perché tengono la gente buona". In generale, "c'è poca attenzione da parte della sanità". Ad aggravare la situazione già critica, l'essere trattenuti in un non-luogo ai margini della città "senza sapere quando si potrà uscire". Il risultato, però, è che in questa situazione, "la disperazione è tanta: ci sono persone che hanno provato più volte a impiccarsi, altri che si tagliano".
"Ti senti veramente dimenticato qua dentro", ha concluso Ali a Fanpage.it. "Ti fanno sentire inutile come se non contassi niente, ti tolgono la dignità, la voglia di parlare e perfino di sperare. Non è giusto. Non siamo numeri, ma esseri umani. Mi vergogno di questo sistema che chiude gli occhi e di chi dice che va tutto bene perché non è così. Ogni persona dovrebbe essere trattata come un essere umano, non finire chiusa e dimenticata in un posto così".
Il Cpr di Milano a processo per le sue "condizioni disumane"
Già a dicembre 2023 il Cpr di via Corelli è finito al centro di un’inchiesta della procura di Milano, aperta dopo una serie di denunce e segnalazioni sulle condizioni "disumane" registrate all’interno della struttura da alcune associazioni per i diritti umani e dalle stesse persone trattenute al suo interno. Oltre a ciò, un sopralluogo della commissione parlamentare sui Cpr ha documentato "gravi carenze igienico-sanitarie, sovraffollamento e violazioni della dignità personale".
L’indagine, coordinata dai pm Paolo Storari e Giovanni Cavalleri e condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, ha portato alla luce condizioni "infernali" e "degradanti" nel centro e, il 13 dicembre 2023, al sequestro del ramo della Martinina srl, società che allora gestiva il Cpr. I due amministratori, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso, sono finiti a processo con le accuse di frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta. Inoltre, secondo le associazioni Naga, ASGI, Arci e Be Free che si sono costituite parte civile nel procedimento, una parte della responsabilità ricadrebbe anche sulla Prefettura di Milano, accusata di non aver esercitato in modo adeguato il proprio ruolo di controllo sulla gestione del centro.
Dopo un periodo di amministrazione giudiziaria, il Cpr di via Corelli è stato affidato a una nuova società, individuata tramite un bando pubblico indetto dalla Prefettura. Tuttavia, come emergerebbe dai video ricevuti da Fanpage.it e dalla stessa testimonianza di Ali, a due anni dall'inizio dell'inchiesta, la situazione all'interno del Corelli non sembrerebbe essere cambiata.