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Caso Eitan: il bimbo portato dal nonno in Israele

Tragedia Mottarone, per il governo israeliano Eitan deve tornare in Italia

Per i legali del governo israeliano il piccolo Eitan deve tornare in Italia ed essere affidato di nuovo agli zii paterni. Gli esperti intervengono sulla vicenda dell’unico sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, allontanato dai suoi tutori legali, ovvero i suoi zii, dal nonno materno sabato pomeriggio che con un volo privato lo ha portato in Israele. Per i legali il gesto del nonno ha violato la Convenzione dell’Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori.
A cura di Giorgia Venturini
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Intervengono anche i legali del governo israeliano sulla vicenda del piccolo Eitan, l'unico sopravvissuto della strage del Mottarone, portato sabato pomeriggio in Israele dal nonno materno e per cui la Procura di Pavia indaga per sequestro di persona. Un parere legale del governo israeliano, emesso da esperti dei ministeri degli Esteri e della Giustizia, ha sottolineato che Eitan dovrà essere restituito ai suoi tutori legali in Italia, ovvero agli zii paterni come aveva previsto la Procura subito dopo la tragedia e le dimissioni dall'ospedale. Gli esperti entrano nel dettaglio affermando che il gesto del nonno materno ha violato la Convenzione dell'Aia sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori: una legge adottata anche da Israele nel 1991. Stando a quanto spiegato dallo zio paterno, le autorità sono state allertate dopo che non hanno più visto far ritorno Eitan con il nonno materno a cui era stato permesso un pomeriggio in compagnia del nipote. Il nonno infatti aveva imbarcato su un volo privato Eitan grazie anche al passaporto israeliano del piccolo di cui era in possesso e ha lasciato l'Italia in direzione Israele.

La famiglia in Israele: Non lo abbiamo rapito

Così secondo la legge ora Israele deve fare di tutto per restituire il piccolo ai parenti in Italia. La famiglia in Israele il giorno dopo si era difesa così: "Siamo stati obbligati, non avevamo più saputo quali fossero le sue condizioni mentali e di salute". Poi ha messo ben in chiaro che "non lo abbiamo rapito, lo abbiamo riportato a casa. Come i suoi genitori volevano per lui. Le sue condizioni sono pessime". La famiglia della madre del piccolo non si era mai accontentata di vederlo solo per breve tempo, tanto che aveva già presentato istanza per l‘affidamento. E poi ha concluso dicendo che la custodia alla zia paterna "risulta irregolare". La nonna Ety Peleg in Israele poi ribadisce che "non si tratta di rapimento perché il bambino voleva tornare in Israele già da tempo". E poi ha aggiunto: "Le sue condizioni sono pessime e finalmente dopo quattro mesi i medici vedranno
cosa è successo al piccolo. Per quattro mesi non ha visto alcun medico a parte sua zia in Italia che è un medico che si occupa dei
detenuti. Per quattro mesi hanno impedito a me e a mio marito Shmuel di consultarci con medici e psicologi". Per poi conclude che "Eitan è il nostro mondo e noi. Vogliamo essere sicuri che stia bene". Il piccolo ora si troverebbe in ospedale a Tel Aviv.

La zia paterna: Il nonno già condannato per maltrattamenti

Per i legali degli zii paterni invece è stato un "blitz molto grave", in cui i tutori legali sono stati "spettatori passivi e vittime". Proprio la famiglia del padre del piccolo Eitan è preoccupata per le sorti del nipote: anche ai microfoni di Fanpage.it ha confermato che "il nonno materno è stato condannato per maltrattamenti in famiglia nei confronti della sua ex moglie, la nonna materna, e tutti i suoi appelli sono stati respinti in 3 gradi di giudizio". A risolvere la vicende ora potrebbero essere proprio i legali del governo israeliano.

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