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Sopravvissuta all’ex fidanzato: “Massacrata per quattro giorni, non so come ho fatto a resistere”

Beatrice è una sopravvissuta. Ha resistito alle botte dell’ex compagno, alle vessazioni e alle umiliazioni. Scappando, ha fatto in modo che Giacomo Oldrati (già imputato in passato per lesioni, poi assolto) venisse arrestato e condannato a sei anni, poi ridotti a quattro dalla Corte d’Appello. “I giudici hanno ritenuto che mi abbia privato della mia libertà per un tempo non prolungato”, spiega Beatrice a Fanpage.it mentre ricorda quei quattro giorni infernali durante i quali Oldrati l’ha sequestrata nel suo appartamento in Barona, a Milano, nel giugno del 2019.
A cura di Filippo M. Capra
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Beatrice è una sopravvissuta. Alla rabbia ingiustificata del suo ex compagno. Alle botte. Alle vessazioni. All'umiliazione. Ad una sentenza di Appello che non restituisce giustizia. Ma è qui e vive col sorriso, godendosi i momenti pieni di una vita che Giacomo Oldrati – già noto alle cronache poiché imputato (e poi assolto per incapacità di intendere e di volere) di lesioni personali ai danni di una ragazza – stava per toglierle. L'ha sequestrata per quattro giorni in casa sua. L'ha picchiata, non le ha permesso di mangiare, dormire, bere. Non l'ha persa d'occhio un minuto se non quando, dopo aver cercato di affogarla nella vasca da bagno, le ha detto "vestiti, ti aspetto in cucina". Lì Beatrice ha colto l'attimo, non ci ha pensato due volte e ha infilato la porta finestra del balcone gettandosi di sotto.

La caduta dal secondo piano le ha provocato la frattura di tre vertebre e della gamba destra. Il compagno le aveva invece rotto il naso, provocato microfratture al cranio, perforato un timpano e spaccato quattro costole. Per il magistrato che ha avviato la causa, però, l'uomo non era imputabile di tentato omicidio. Oldrati è stato quindi condannato in primo grado a sei anni con il rito abbreviato, ma la Corte d'Appello ha ridotto la pena a quattro perché, spiega Beatrice a Fanpage.it, "i giudici hanno ritenuto che mi abbia privato della libertà per un tempo limitato".

Partiamo dalla fine: cos'hai pensato alla pubblicazione delle motivazioni della sentenza d'Appello?

Ero infuriata, non capivo come potesse dipendere da una limitazione della libertà limitata. La Costituzione dice che non puoi limitarla mai a nessuno, specie se durante quel periodo rischi di essere ucciso di botte. Poi il mio avvocato mi ha spiegato i termini giuridici: capisco il lavoro dei giudici, ma a livello umano comprendo un po' meno questa decisione.

Cosa ricordi di quei quattro giorni? 

Tutto. Dal litigio per motivi stupidi al primo svenimento perché mi ha messo le mani al collo. Le botte, la faccia gonfia, la sua furia. Avevo dolori ovunque.

Il tuo ex compagno aveva mai mostrato di essere violento negli anni prima? 

Inizialmente no. Mi aveva pure spiegato di essere imputato, nel 2018, a Bologna, per lesioni personali ai danni di un'altra ragazza. Poi, il primo grado l'ha assolto per vizio totale di mente perché è affetto da disturbo bipolare, e l'Appello ha confermato la sentenza. A quel punto credo si sia sentito libero e ha mostrato i primi segni di violenza con qualche schiaffo e insulti. Alla fine siamo arrivati a quei quattro giorni di giugno.

Hai temuto di morire?

Sì, tantissimo, anche perché me l'ha ripetuto più volte che mi avrebbe ammazzata. E sinceramente non so come ho fatto a resistere così tanto e ad essere ancora qua. Quei quattro giorni sono durati un'eternità.

Come si convive con questa esperienza?

All'inizio è difficile: le immagini sono molto chiare e molto violente nella tua testa. Poi man mano passa il dolore fisico e anche quello interno. È chiaro che non me lo dimenticherò mai, ma ho avuto la fortuna di avere attorno a me persone che mi vogliono bene.

Oggi chi è Beatrice? 

Una ragazza migliore. Forse indugio maggiormente nel dare confidenza, ma resto espansiva e con la voglia di ridere e scherzare di sempre. Mi dedico agli altri, faccio volontariato alla Croce Verde di Baggio.

Hai paura che a pena conclusa Oldrati venga a cercarti?

Sì e no. Temo piuttosto possa rifare esattamente quello che ha fatto a me ancora, in futuro, ad altre ragazze.

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