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Simest (Cdp) truffata per un milione di euro: 6 persone indagate, alcune vicine alla ‘ndrangheta

Sei persone sono state arrestate per bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di beni: hanno truffato per oltre un milione di euro la società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, Simest.
A cura di Giorgia Venturini
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Immagine di repertorio
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La Guardia di Finanza di Milano ha svelato una truffa da oltre un milione di euro da parte di sei persone, alcune delle quali vicine alla ‘ndrangheta, ai danni della società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, Simest. L'accusa nei confronti degli arrestati – tre sono finiti in carcere, uno ai domiciliari e due destinatari di obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria – è di bancarotta fraudolenta e trasferimento fraudolento di beni.

In fase di processo saranno accertati anche i contatti degli arrestati con la criminalità organizzata calabrese. "Le attività investigative – si legge in una nota della Guardia di Finanza – hanno consentito di ricondurre la reale proprietà" di un complesso immobiliare, "situato nel Comune di Calco in provincia di Lecco, a due soggetti gravati da numerosi precedenti per reati economico-finanziari di natura fraudolenta (bancarotta, frode fiscale, riciclaggio, abusivismo finanziario) e in contatto con soggetti appartenenti a consorterie di ‘ndrangheta".

Le indagini della Guardia di Finanza

Stando a quanto svelano le indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano coordinate dal pm della Dda Stefano Civardi, che gli indagati si sono serviti di "prestanomi, veicoli societari fittizi ed articolati negozi giuridici" per "riciclare capitali illeciti provenienti da plurimi reati tributari e fallimentari e ad eludere le misure di prevenzione patrimoniale previste dalla normativa antimafia", come spiega la nota la Guardia di Finanza.

La truffa aggravata nei confronti di Simest dal valore di oltre un milione di euro, di cui la metà era stata già incassata, aveva garantito "erogazioni pubbliche a carico di una delle società riconducibili agli indagati". Tutto "in relazione ad attività di internazionalizzazione nei contesti geografici dell’Ucraina, della Russia e dell’Albania, che sarebbero risultate fittizie".

Sequestrati milioni di euro

Sotto sequestro preventivo è finita una villa – riconducibile a uno degli indagati – di due piani e di 700 mq circondata da un ampio giardino di 5.000 mq all’interno di un residence di Casatenovo, in provincia di Lecco del valore di oltre 2 milioni di euro. La villa è riconducibile a un manager residente in Svizzera: l'uomo è in carcere dal 2016 quando era finito al centro di un'altra inchiesta della Guardia di Finanza riconducile sempre a una maxi truffa finanziaria.

I finanzieri hanno poi eseguito "un sequestro preventivo dell'intero capitale sociale di una società che possiede un immobile del valore di 2,8 milioni di euro". Per ore sono state in corso perquisizioni nelle province di Milano, Torino, La Spezia, MonzaBrianza, Napoli e Lecce che vedono impiegate anche unità cinofile del Corpo per la ricerca di denaro contante (cash-dog).

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