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“Siamo vittime di una società sbagliata”: cosa diceva la psicologa alle detenute come Alessia Pifferi

Una delle due psicologhe indagate “nell’ambito della propria attività professionale, ha ingaggiato una “battaglia” contro l’Autorità Giudiziaria e con la società” che “conduce con i mezzi a propria disposizione”, ha scritto il pubblico ministero che le indaga nella sua memoria agli atti del procedimento.
A cura di Ilaria Quattrone
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Alessia Pifferi
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Nella giornata di ieri, mercoledì 24 gennaio, è stata diffusa la notizia che due psicologhe del carcere San Vittore di Milano sono indagate per favoreggiamento e falso ideologico relativamente al caso di Alessia Pifferi, a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi.

La memoria del pubblico ministero Francesco De Tommasi

Sulla base di quanto scritto dal pubblico ministero Francesco De Tommasi, in una memoria agli atti dell'inchiesta, si legge che una delle due professioniste in quel procedimento e "in generale nell'ambito della propria attività professionale, ha ingaggiato una "battaglia" contro l'Autorità Giudiziaria e con la società" che "conduce con i mezzi a propria disposizione".

Il pubblico ministero, che indaga anche sull'avvocato di Pifferi, la psicologa di 58 anni "sragioni, eppure si tratta di una persona a cui è affidato un compito delicatissimo, che può avere riflessi importanti anche sull'esito dei processi, specie di quelli per reati gravi".

Per l'accusa, nel caso di Pifferi, sarebbe stato falsificato un test psicodiagnostico per dimostrare che avesse un grave deficit mentale e per farle ottenere una perizia psichiatrica nel processo.

Le intercettazioni ambientali della psicologa

In un'intercettazione ambientale di un colloquio con Lucia Finetti, condannata all'ergastolo per l'omicidio del marito, ci sarebbe un passaggio in cui la professionista "può essere definitiva un'eversiva che nella vita avrebbe preferito essere artefice di una vera e propria rivoluzione e che invece ha poi optato, sfruttando la propria posizione di potere, per una "rivolta" contro lo Stato".

Durante questo colloquio avrebbe detto: "Siamo vittime di una società sbagliata (…) io credo che una goccia comunque scavi la roccia (…) sono nel centro del potere invece che fare la rivoluzione che mi sarebbe molto più piaciuto". In lei, scrive ancora il pubblico ministero, "convivono ragioni di tipo ideologico e pensieri antisociali".

A commentare l'indagine nei confronti delle due psicologhe e dell'avvocata della 38enne, c'è anche la sorella di Alessia Pifferi: "Spero sia fatta chiarezza”, ha detto durante il programma di Rai1 La Vita in Diretta. In relazione alla sorella ha affermato che "è una persona completamente cambiata dalla persona che è stata arrestata quella sera, anche il modo di parlare che aveva in casa nostra era completamente diverso da quello che c’è stato in udienza… lei non è la persona così remissiva. Qualcosa è cambiato sicuramente, lei non avrebbe mai risposto in maniera così remissiva a nessuno".

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