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Si lancia dalla casa in fiamme e muore, il compagno indagato: “Ho buttato una sigaretta sul tappeto per dispetto”

Michael Pereira è stato fermato per la morte della compagna Sueli Leal Barbosa, che si è buttata dal quarto piano per sfuggire a un incendio sviluppatosi nell’appartamento dove la coppia viveva. L’uomo ha raccontato di aver discusso con la donna e di aver gettato una sigaretta sul tappeto: “Volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio”, ha detto.
A cura di Alice De Luca
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Michael Pereira e l'incendio nell'appartamento dove viveva con Sueli Leal Barbosa.
Michael Pereira e l'incendio nell'appartamento dove viveva con Sueli Leal Barbosa.

Nella notte tra il 4 e il 5 giugno Sueli Leal Barbosa, 48enne originaria del Brasile, si è gettata dal quarto piano di un palazzo in viale Abruzzi per sfuggire a un incendio che si era sviluppato nell'appartamento dove viveva con il compagno, Michael Pereira. La porta di casa risultava essere chiusa dall'esterno e dopo che l'incendio è stato spento l'uomo è stato trovato dagli inquirenti ubriaco in un bar. Gli investigatori stanno indagando sulla possibilità che sia stato lui ad appiccare il rogo e a chiudere la compagna in casa: è stato riferito, infatti, di una lite tra i due avvenuta proprio nelle ore prima dell'incendio. Nel 2024 la donna aveva chiamato le forze dell'ordine a seguito di un'altra discussione con il compagno. Sentito in Procura prima di essere fermato con l'accusa di omicidio volontario aggravato e incendio doloso, il 45enne ha raccontato la sua versione dei fatti.

La versione del compagno Michael Pereira

"Io e Sueli abbiamo discusso – ha detto lui – lei era arrabbiata con me perché voleva che la raggiungessi a letto anziché bere, io mi sono innervosito, ho fumato una sigaretta e un istante prima di uscire l'ho gettata sul tappeto che era davanti al divano. Lei era maniaca della pulizia, volevo solo farle un dispetto, non pensavo che avrei provocato un incendio. Preciso che lei puliva il tappeto e il divano con alcol ed ammoniaca". In sostanza, secondo la Pm Maura Ripamonti, Pereira "ammette una sua responsabilità per incendio colposo pur negando di aver voluto la morte della compagna, di cui si dichiara profondamente dispiaciuto, nonostante questo dispiacere non emerga in alcun modo dal verbale di interrogatorio e dalla relativa videoregistrazione".

La versione del 45enne non ha convinto gli inquirenti: quando è stato sentito prima come testimone e poi interrogato come indagato ha cambiato più volte il suo racconto e, sostiene la Procura, "è impossibile che quel tipo di incendio, di cui esiste una parziale documentazione video e fotografica, possa essersi sviluppato con la dinamica descritta dall'indagato".

Il commento della pubblico ministero

L'uomo è stato quindi fermato perché, scrive la Pm Ripamonti, non ha "manifestato alcuna forma di dolore o ancor meno resipiscenza" e ha aggiustato mano a mano "la sua versione" con "menzogne", dall'orario "di uscita" dall'abitazione, "all'assenza di liti" con la donna, fino "alla presenza di cause alternative" del rogo "quale il malfunzionamento della caldaia, che in realtà è risultata regolare". A questo si aggiunge il fatto che dai rilievi fatti dal Nucleo Investigativo Anticendi (Nia) dei vigili del fuoco è emerso che nell'appartamento "risulta la presenza di sostanze acceleranti la combustione" in almeno "due punti della casa, ossia nel soggiorno, in prossimità della porta di ingresso, e nella camera da letto".

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