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Si fingono clienti dell’hotel, poi ricattano il proprietario: “Se non ci vendi l’albergo per 60mila euro lo bruciamo”

Un albergatore di Bagnolo San Vito (Mantova) è stato minacciato e ricattato da tre finti clienti, poi arrestati dai carabinieri mentre incassavano 15mila euro in contanti.
A cura di Francesca Del Boca
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Prima si fingono clienti dell'hotel, occupando le stanze per più giorni. Poi ricattano il proprietario della struttura, pretendendo di acquistarla a soli 60mila euro. È successo a Bagnolo San Vito (Mantova), dove tre uomini dai 37 ai 43 anni sono stati arrestati in flagranza di reato per estorsione aggravata, continuata e in concorso dai carabinieri della Sezione radiomobile.

Tutto è iniziato lo scorso 26 ottobre, quando i tre si sono presentati alla reception chiedendo tre camere e consegnando i documenti per la registrazione. Nei giorni successivi, il terzetto si mostra particolarmente interessato alla possibile acquisizione dell’hotel, informandosi sui costi e avviando quindi con l’albergatore una trattativa che sembrava, almeno all’inizio, seria e credibile. Fino a quando non sono arrivate minacce, richieste sempre più pressanti di favori (tra cui l'utilizzo di due smartphone iPhone di ultima generazione) e di denaro (circa   9mila euro) per mandare avanti le pratiche. Poi il tentativo di estorsione: "Se non ci vendi l'hotel a 60mila euro te lo bruciamo". E la conseguente proposta di chiudere la questione dietro il pagamento di 15mila euro, come compensazione per le presunte spese sostenute.

L'albergatore, ormai esasperato, ha così deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine e denunciare le angherie subite. I militari, così, hanno predisposto un piano d’intervento chiedendo al proprietario dell"hotel di fissare un appuntamento con i tre malviventi all'esterno di un locale pubblico, dove sarebbe avvenuta la consegna dei 15mila euro in contanti. È in questo momento che sono entrati in azione i carabinieri, che hanno circondato i tre con il bottino in mano e li hanno arrestati in flagranza. Al termine delle formalità di rito, sono condotti nella casa circondariale di Mantova, dove si trovano ora disposizione dell’autorità giudiziaria.

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