Si barrica in caserma ad Asso e uccide il suo comandante, i periti: “In quel momento era incapace di intendere”

I periti incaricati dal Tribunale militare d'Appello di Roma hanno confermato che Antonio Milia il 27 ottobre 2022, quando ha sparato a Doriano Furceri, era incapace di intendere e di volere. L'ormai ex brigadiere della Stazione di Asso (in provincia di Como) era già stato assolto in primo grado dal Tribunale militare di Verona nel luglio del 2024 perché giudicato non imputabile ed entro Natale è attesa la sentenza d'Appello. Per i periti, Milia potrebbe partecipare al processo che lo vede accusato di insubordinazione con violenza pluriaggravata, ma quando ha commesso il fatto non era capace di intendere.
Intorno alle 17 del 27 ottobre 2022 Milia si era barricato all'interno della caserma dei carabinieri di Asso dove prestava servizio e aveva esploso tre colpi al petto al maresciallo Furceri, uccidendolo. Le indagini hanno accertato che il brigadiere 59enne era tornato al lavoro da pochi giorni, al termine di una sospensione per problemi psichiatrici.
Sottoposto a perizia psichiatrica, in Milia erano stati riscontrati problemi di tipo psichiatrico "già intercettati dai medici a gennaio 2022" e in seguito "riscontrati come persistenti anche dopo i fatti". Il 3 luglio 2024 il Tribunale militare di Verona lo ha dichiarato incapace di intendere e volere, dunque non imputabile.
Ora questa nuova perizia, elaborata dagli esperti incaricati dal Tribunale militare d'Appello di Roma, confermerebbe la capacità di Milia di partecipare al processo, escludendo però che fosse in grado di intendere nell'attimo in cui sparò a Furceri con l'arma d'ordinanza. È stata confermata anche la sua pericolosità, non solo nei confronti del prossimo ma anche di se stesso, perciò è stato suggerito il mantenimento delle attuali misure di sicurezza. Milia si trova in regime di libertà vigilata, con l'obbligo di risiedere stabilmente in una struttura sanitaria.