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Sfrattata la società Barona a Milano, esempio di integrazione: “Il Comune prima ci fa i complimenti e poi ci caccia”

Dal prossimo 1 settembre le squadre di calcio della Barona Sporting 1971 rischiano di restare senza un campo in cui giocare e allenarsi. Il Comune di Milano, infatti, ha dichiarato decaduta la concessione con tre anni di anticipo perché la società non avrebbe rispettato i tempi per regolarizzare alcune strutture abusive. Intervistato da Fanpage.it, il presidente Massimo Carusi ha spiegato la situazione che la dirigenza si sta ritrovando ad affrontare.
A cura di Enrico Spaccini
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Lo scorso 19 maggio il Comune di Milano ha comunicato alla Barona Sporting Club 1971, la società sportiva che da oltre 50 anni è attiva nell'omonimo quartiere cittadino, che a partire dal prossimo 1 settembre la concessione che la lega all'impianto sportivo di via San Paolino 9 sarà considerata decaduta. Secondo Palazzo Marino, la società non avrebbe provveduto nei tempi indicati a regolarizzare una serie di costruzioni abusive. "La questione è venuta a galla nel 2022, quando da un giorno all'altro ci hanno detto che il 90 per cento dell'impianto non è in regola", ha spiegato a Fanpage.it Massimo Carusi, presidente di Barona Sporting Club 1971, "ma quando ci è stata data la concessione nel 2010 nessuno ne sapeva nulla. Ora ci chiedono di abbattere tutto e poi, dopo mesi, ricostruire. In questo modo continuare le nostre attività è impossibile".

Come si può spiegare in poche parole quello che sta accadendo alla società Barona Sporting Club 1971?

La nuova dirigenza è subentrata nel 2020 ereditando la concessione che era stata data dal Comune alla società nel 2010. Quel documento aveva allegato una piantina dove veniva indicato che tutto quello che si trovava all'interno dell'impianto, a parte i campi da padel che sono stati costruiti dopo, veniva affidato a noi. Improvvisamente, nel 2022 l'amministrazione comunale ci ha detto che il 90 per cento di quelle strutture sono abusive e che dobbiamo provvedere all'abbattimento entro settembre 2025 e alla ricostruzione. In sostanza quello che ci hanno dato in concessione nel 2010 è un impianto abusivo.

Avete provato a dialogare con il Comune?

A partire dal 2022 abbiamo avuto diversi colloqui con l'amministrazione comunale nei quali ci siamo sempre detti disponibili ad abbattere e ricostruire. Abbiamo proposto di buttare giù parte dell'impianto a patto che venisse data immediatamente dopo la possibilità di costruire. In questo modo, pezzo dopo pezzo, avremmo rimesso in regola tutto il centro. Ci è stato risposto, invece, che dobbiamo demolire tutto subito.

Cosa sarebbe abusivo all'interno dell'impianto di via San Paolino?

Solo alcuni spogliatoi, quelli che sono stati costruiti nell'85, sono in regola. Secondo il Comune, dovremmo garantire continuità di servizio a 18 squadre usando solo quattro spogliatoi, senza quindi tribune, segreteria, magazzino, bar e tutto il resto che si è scoperto essere abusivi.

Che scadenza vi è stata indicata?

In teoria la concessione scade il 31 dicembre 2028 e noi siamo pronti a impegnarci a spendere quasi 800mila euro per rimettere in sesto l'impianto senza nemmeno avere la garanzia che tra tre anni ci saremo ancora noi. Per legge ora le concessioni devono andare sempre in gara. Certo, avremo il diritto di prelazione, ma se arriva un esterno che pareggia o supera l'offerta potrebbe rilevare l'impianto.

Adesso, però, ci hanno detto di buttare giù tutto entro settembre 2025 e poi chiedere l'autorizzazione per ricostruire tutto. Mi hanno detto che l'approvazione arriverebbe in tempi stretti, cosa che vuol dire almeno qualche mese. Voglio vedere cosa penseranno questa estate le famiglie quando porteranno i propri figli in un campo sportivo dove non c'è nulla e dove fanno fatica anche a farsi una doccia perché 18 squadre devono spartirsi quattro spogliatoi. Comunque ho affisso in bacheca la concessione del 2010, in modo tale che tutti la possano leggere e capire come stanno veramente le cose. I documenti parlano chiaro.

Come pensate di tutelarvi?

Ricorreremo al Tar. In questi quattro anni abbiamo speso almeno 400mila euro per rifare tutti i campi in sintetico e per lavori vari, ma ora ci vengono a dire che l'impianto che ci hanno dato è abusivo. Frequento la Barona dagli anni '90 e ricordo bene che già allora c'era tutto questo. Presentando ricorso dovremmo intanto ottenere una sospensione del provvedimento, cosa che ci permetterebbe di giocare e allenarci ancora qui almeno per il prossimo anno. Nel caso in cui dovessero toglierci veramente la concessione, chi ci sarà dopo di noi dovrà comunque spendere 8mila euro per demolire tutto e altri 800mila per ricostruire e non so chi mai si farà carico di un'impresa del genere.

Anche perché rimanere senza un campo di gioco o trasferire la società da un'altra parte, sarebbe un duro colpo per tutti. Considerando che la prima squadra quest'anno ha raggiunto un risultato storico.

Sì la prima squadra ha vinto il campionato di Promozione, quindi il prossimo anno giocherà in Eccellenza. È la prima volta che la Barona arriva a questo livello. Poi ci sono anche gli Juniores che giocano in Elite, la massima categoria, e quasi tutte le altre squadre giovanili giocano campionati a livello regionale. Abbiamo creato una cosa molto bella ed è un peccato pensare di doverla chiudere da un giorno all'altro in questo modo.

Negli ultimi anni il lavoro della società Barona Sporting Club 1971 è stato elogiato più volte, sia come fucina di talenti ma anche come esempio di integrazione.

Siamo la società più importante nel quartiere. Quando siamo arrivati noi la scuola calcio contava circa 50 bambini, oggi ne abbiamo 400 e la fila fuori di famiglie che vogliono iscrivere i propri figli. Pensi che abbiamo chiesto anche di avere altri spazi per accogliere tutti e fare un altro campo a 7. Sono molto dispiaciuto perché abbiamo messo anima, corpo e tanti soldi in questo progetto. Siamo considerati a tutti i livelli, anche in Federazione. Lo stesso Comune ci ha fatto i complimenti per il nostro lavoro e poi ci caccia in questo modo.

Non riesco a farmene una ragione. Dal 1971 la Barona si è sempre allenata e ha sempre giocato qui. Abbiamo fondato anche una squadra di ragazzi con disabilità, gli Insuperabili, e vogliamo fare una squadra femminile. Però è chiaro che ora ci siamo fermati, progettare qualcosa oggi è impossibile.

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