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Sarah Bellome a 25 anni si laurea in arte e fa la pittrice: “La sindrome di down non è una malattia”

Sarah Bellome ha 25 anni ed è nata con la sindrome di Down. A un anno riconosceva i dipinti di Picasso, a sei ballava durante le esposizioni della madre pittrice. Oggi è laureata in arte, dipinge e scrive poesie.
A cura di Chiara Daffini
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Sara Bellome
Sara Bellome

"Lo sguardo sembra vedere lontano, tra le nubi grigie, attraverso il mare azzurro…" inizia così una delle poesie di Sarah Bellome, artista a 360 gradi, nonostante i suoi 25 anni. Trascorsi con la sindrome di Down.

Fanpage.it, dopo aver parlato al telefono con la mamma di Sarah, Daniela Porro, è stata a Como per incontrare la ragazza. Una villetta  circondata dal verde e affollata di quadri. Perché l'arte, in casa Porro-Bellome, è un affare di famiglia. "È una passione e vocazione che ci tramandiamo da generazioni – spiega Daniela – e che anche mia figlia ha subito recepito".

E infatti Sarah si è diplomata all’Accademia di Belle Arti Aldo Galli e i suoi dipinti sono stati esposti in più mostre: nel Comasco e non solo è ormai un'artista conosciuta e apprezzata.

"Mi piace sperimentare diverse tecniche, come le incisioni, i dipinti a olio, disegni a matita, a pastelli e anche su seta" racconta Sarah a Fanpage.it, mentre mostra le sue opere sparse per il salotto.

Un percorso d'arte e di vita

"Ha iniziato a un anno a disegnare, pasticciando con i colori – ricorda la mamma -. All'inizio non riusciva neanche a tenere in mano la matita. Le facevo vedere i grandi artisti e lei già a quell'età pian piano ha cominciato a riconoscere i loro stili".

Sarah Bellome con la mamma Daniela Porro
Sarah Bellome con la mamma Daniela Porro

Sarah viene inizialmente iscritta a un corso di arredo tessile, ma poi chiede ai genitori di farla studiare al liceo artistico. Detto, fatto: "Per lei è stata un'esperienza molto positiva, non solo a livello didattico, ma anche sul piano umano", continua Porro.

Ed ecco quindi il desiderio di iscriversi all'Accademia di belle arti, il cui percorso si è concluso alla fine del 2022. "È stato molto impegnativo – ammette Daniela -, le ho fatto io da tutor per tre anni, ma i risultati sono stati sorprendenti. È la prova che i nostri ragazzi, se stimolati e supportati, possono stupirci anche di fronte alla disabilità".

E Sarah stupisce eccome. Non solo per la sua abilità tecnica, ma anche per la sensibilità. "La mia ricerca artistica – spiega la ragazza – è fatta di auto ritratti, perché parlo di me e dei miei stati d'animo, ma mi piace anche ritrarre chi amo, per esempio le mie sorelle".

Autoritratto, di Sarah Bellome
Autoritratto, di Sarah Bellome

"I colori del mio cuore"

"Le mie mostre le ho intitolate ‘I colori del mio cuore' – continua Sarah – per esprimere il mio mondo fatto d'amore. Durante le mie esposizioni leggo le mie poesie, accompagnate da brevi performance".

Un'abitudine maturata già da bambina, quando Sarah, insieme alle sorelle, si esibiva alle mostre della madre. "Uno dei temi importanti – spiega Daniela – era la maternità: arrivava una ballerina con Sarah in braccio, avvolta nel tulle. Prima mia figlia ballava sulle spalle della ballerina, poi da sola".

Un significato importante, che ha segnato il percorso di Daniela e Sarah: "Prima è la mamma che deve accompagnare la sua piccola, ma l'obiettivo è insegnarle a fare da sola".

"L'arte – conclude Daniela, seduta accanto a Sarah – è stata una costante nella nostra vita e sicuramente un aiuto. Nel mio caso per affrontare i momenti difficili, per mia figlia come strumento per esprimere se stessa e acquisire nuovi modi di comunicare e quindi essere indipendente".

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