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Restano le zone rosse a Milano: il Tar della Lombardia ha respinto la richiesta di sospensione

Il Tar della Lombardia ha deciso che resteranno attive le zone rosse istituite prima dello scorso Capodanno a Milano. I giudici hanno respinto la richiesta di sospensione del divieto, presentata da alcune associazioni e dalla Camera Penale di Milano.
A cura di Alice De Luca
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Restano attive a Milano le zone le rosse, le aree della città nelle quali è stato istituito il divieto di stazionamento per "soggetti che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti" e con precedenti in materia di spaccio, furto o rapina. I giudici del Tar della Lombardia, il Tribunale amministrativo Regionale, hanno respinto la richiesta di sospensione che era stata presentata dalle associazioni Asgi e Naga, della Camera Penale di Milano e dall'avvocata di un 30enne che ad aprile aveva avuto un ordine di allontanamento dalla stazione Centrale.

Il divieto è stato istituito poco prima di Capodanno dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, sulla base di una direttiva del Viminale. La misura era stata introdotta in via sperimentale da dicembre a marzo alla stazione Centrale, Garibaldi, Rogoredo, Piazza Duomo e i Navigli. Il 27 marzo è stata prorogata fino al 30 settembre, aggiungendo le zone di via Padova, le Colonne di San Lorenzo e il quartiere dei Fiori di Rozzano. L'atto del 27 marzo è stato però impugnato con una richiesta di sospensione dell'esecuzione del provvedimento.

Il Tar si è opposto alla richiesta e dovrà ora pronunciarsi nel merito, fornendo le motivazioni della sentenza. Secondo Antonio Vinciguerra, presidente della sezione del Tar lombardo che si è occupata della questione, le "esigenze di prevenzione della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica sottese ai provvedimenti impugnati" prevarrebbero sulle ragioni presentate da chi ha proposto la sospensione della misura. In merito al divieto recapitato al 30enne, i giudici hanno specificato che il vincolo "fa salve le prospettate esigenze primarie di assistenza del ricorrente". Se quindi l'uomo avesse "esigenza di accedere in tali aree a presìdi di emergenza, pronto soccorso, ovvero per far fronte a esigenze familiari, di studio, lavoro, viaggio o abitative" potrebbe farlo per "comprovati e documentati motivi che giustifichino la presenza occasionale e/o il transito temporaneo del destinatario".

Nel frattempo anche il Tar della Campania si è pronunciato in merito alle zone rosse, ma con una sentenza opposta a quella del tribunale lombardo: ha infatti sospeso i divieti, giudicando illegittima la proroga che era stata decisa dal prefetto di Napoli, Michele di Bari.

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