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Elezioni regionali Lombardia 2023

Regionali in Lombardia, Albertini: “Moratti è una candidata migliore di Fontana, Cottarelli è troppo algido”

L’intervista di Fanpage.it all’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini che commenta lo scontro tra Attilio Fontana e Letizia Moratti, di cui potrebbe essere il braccio destra in un’eventuale corsa al Pirellone.
A cura di Filippo M. Capra
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In Regione Lombardia è scoppiato il caso Letizia Moratti. La vice presidente e assessora al Welfare ha strappato con il governatore Attilio Fontana parlando di una promessa fattale dal numero uno regionale per le elezioni dell'anno prossimo. Da lì, l'ipotesi non remota di dare vita a una propria lista civica e concorrere al posto da governatore sfidando il centrodestra. Fontana ha respinto le "accuse" di Moratti chiedendole, non esattamente indirettamente, di dare le dimissioni da vice presidente della Regione. Per fare ulteriore chiarezza sulla vicenda che ha scosso Palazzo Lombardia, Fanpage.it ha intervistato l'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, da sempre vicino a Letizia Moratti.

Albertini, perché Letizia Moratti sarebbe una candidata migliore di Attilio Fontana?

Letizia Moratti ha connotati civici, ha una storia professionale e personale che la caratterizza come un'organizzatrice, è una donna imprenditrice con un respiro internazionale pesante. Insomma, ha delle qualità che possono essere un'attrattiva trasversale, non solo di appartenenza. E poi possono indurre un'adesione da quella parte dell'elettorato che non si riconosce in nessuna delle forze politiche.

Ma questa promessa è stata fatta o no a Letizia Moratti? 

Lei era stata chiamata due anni fa per fronteggiare l'emergenza sanitaria ed era davanti a un compito immane perché c'erano stati dei disastri nell'organizzazione. Dalla Regione chiamano Letizia Moratti e la situazione si risolve, ma in quel frangente la Lega e Forza Italia, le hanno dato un affidavit.

Certo, non sono andati dal notaio a sottoscrivere un'obbligazione per candidarla a governatrice due anni dopo, in quel momento è bene ricordare che Attilio Fontana era al centro di inchieste che avrebbero potuto portare a una condanna penale e dunque ad una sua decadenza. In più i consensi erano in calo se non al minimo storico.

Non era una cambiale, certo, ma una promessa che era stata fatta. Poi Fontana è stato prosciolto e la situazione è cambiata.

Le elezioni politiche dimostrano che ancora oggi la Lega ha un tracollo di consensi, anche in Lombardia. 

La conseguenza di questo dovrebbe essere il passo indietro del candidato leghista per favorire un candidato della coalizione più trasversale. In tal senso Letizia Moratti sarebbe il profilo ideale. Però se per gli altri partiti della coalizione la Lombardia è molto importante, per la Lega è la linea del Piave.

È vitale per la leadership di Salvini, compromessa dall'insuccesso alle elezioni e da dissidi interni al partito da comporre. Insomma, riconfermare una candidatura di appartenenza in Lombardia è la condizione della sopravvivenza politica.

Qual è invece la forza della ricandidatura di Fontana?

Indubbiamente ha la forza del candidato uscente e la criticità di questi sommovimenti che hanno a che vedere con la richiesta di conferma dell'affidavit di Letizia Moratti di due anni fa e questi argomenti interni alla Lega sulla leadership del candidato. Un'altra possibilità potrebbe essere un candidato leghista che abbia maggiore tonicità pur non essendo uscente. In tal senso si parla di Giorgetti.

Letizia Moratti potrebbe quindi essere la candidata di Azione? 

È una candidatura che può fare un buon risultato. Può essere una solida conferma dell'attendibilità del Terzo Polo che già in Lombardia ha fatto un figurone.

Onestamente riterrei un po' velleitario che possa vincere, al contrario può fare un piazzamento e arrivare secondo. Ma arrivare primo…

Lo scontro tra Fontana e Moratti potrebbe agevolare il centrosinistra? 

Ho molti dubbi che il centrosinistra possa vincere. Potrebbe affermarsi, ma in una visione che è il governo di unità nazionale. Preparare un presidio in Lombardia di quell'altro disegno. E questo è tutto da vedere.

Carlo Cottarelli è un buon candidato per la coalizione a guida Pd?

Il candidato deve avere qualcosa che lo porti a essere empatico. Si diceva che il leader politico deve avere la testa dura e il cuore grande, se ha la testa grande e il cuore duro, non funziona. E Cottarelli mi sembra un po' algido.

Lei sarà il capolista della lista di Letizia Moratti? 

Se venisse candidata dal centrodestra penso proprio di sì perché ci sarebbe un completamento di scenario in cui tutti ci riconosciamo. Se dovesse fare una scelta autonoma, ci dovrei pensare un po'. Perché io stesso nel 2013 ero stato candidato alla presidente della Regione Lombardia con la lista civica di Mario Monti e le cose non sono andate benissimo.

È un interrogativo che non ho sciolto così come credo non l'abbia sciolto nemmeno lei. Dobbiamo parlarci e chiarire le posizioni.

Ha appena pubblicato un nuovo libro, "La Milano che rivoglio". Che città rivorrebbe?

La Milano che ho trovato nel 1997 era avvilita dalla de-industrializzazione e da Tangentopoli Mi spiego: non è la città più corrotta di altre ma è quella in cui è comparsa quella anomalia tutta nostra della commistione tra giustizia, politica ed economia con finalità che sono state svelate e hanno prodotto gli effetti che conosciamo.

Noi abbiamo cercato di contrastare le due criticità con imprenditorialità e legalità.

E la Milano di Sala le piace? 

Mi piaceva più il primo Sala, quello più civico e meno appartenente politicamente che veniva da un'esperienza manageriale. Nel secondo mandato ha cercato di connotarsi più politicamente, ha detto che si sarebbe inquadrato nei Verdi, poi ha avuto sensibilità per altri.

Non lo dico come una critica ma per un sindaco civico come era lui, e come mi sento di essere stato io, è un'evoluzione non positiva. Infatti si vede nelle sue scelte che sono molto condizionate da quella componente un po' massimalista, un po' centri sociali e un po' verde talebana che blocca in tanti casi lo sviluppo.

Mi è sembrato molto timoroso e condizionato da questa sua componente della maggioranza non contigua a questi obiettivi. Anzi, paralizzante.

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