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Raccolgono erbe a Villa Litta per la medicina tradizionale cinese e vengono multate: “Zelo eccessivo”

La denuncia dell’esponente della comunità cinese e del direttivo della Camera di Commercio di Milano Francesco Wu, che racconta la disavventura di due parenti che non parlando una parola d’italiano e non avendo con sé i documenti sono state trattenute ore dalle forze dell’ordine mettendo in apprensione i parenti. Tutto per qualche rametto di gelso.
A cura di Redazione Milano
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Due donne di nazionalità cinese sono state multate all'interno del Parco di Villa Litta ad Affori. Le due signore passeggiavano per i giardini con dei rametti di gelso in mano quando sono state fermate, identificate e gli è stata elevata una contravvenzione di cinquanta euro per una per "danno al patrimonio verde". Inutile dire che le due signore sono interdette, non capiscono che succede, spiegano che gli servono delle tisane, e che il gelso in Cina è utilizzato come erba medicinale ed è normale raccoglierlo nei parchi pubblici. Tutto inutile, gli agenti non ne vogliono sapere e procedono con la multa.

La vicenda è stata raccontata in un lungo post su Facebook da Francesco Wu, elemento molto noto della comunità cinese in Italia. Presidente onorario dell'Unione imprenditori Italia – Cina, nonché membro del direttivo di Confcommercio Milano, che ha deciso "a titolo personale", di raccontare l'episodio parlando di "eccesso di zelo" nei confronti delle due signore che sono parenti dello stesso Wu.

"Una mia zia e un’altra parente sono andate verso le 17 al parco Villa Litta ad Affori a raccogliere delle erbe medicinali che usano per fare delle tisane. Questa erba è la foglia di gelso, che mangia il baco da seta", ma purtroppo "non sapevano che fosse vietato anche perché so che in alcuni parchi come il Lambro è possibile farlo". Il fatto che le due donne stessero cogliendo i rametti non è passato inosservato, e qualcuno dopo averle fotografate avverte le forze dell'ordine che pochi minuti dopo arrivano e le fermano.

E da qui il racconto di Wu racconta una vicenda in cui la condotta della Polizia Locale andrebbe quanto meno verificata: non parlando italiano (e non avendo con sé il permesso di soggiorno) vengono tradotte negli uffici e qui trattenute per ore. "Spaventate e incredule, senza parlare una parola di italiano scuotono la testa, vengono portate via dalla polizia locale perché non avevano documenti con sé, ( v’è obbligo per gli extracomunitari di esibire il permesso di soggiorno che molti non portano con sé per paura di perdere il documento che molto spesso è arrivato dopo tanta fatica tra file e requisiti vari) le vengono sequestrati per diverse ore i cellulari in modo che non possono avvisare neanche i parenti che fino alle 01:00 di mattina spaventati quasi fanno denuncia di smarrimento.Probabilmente alla domanda sulle generalità scuotono la testa e questo viene inteso come non voler comunicare le generalità cosa che è grave e che è penale, ma un traduttore al volo non c’è nella Milano del 2022?"

Senza dubbio le donne avrebbero dovuto portare con sé i documenti come prescritto dalla legge, come sottolineato dallo stesso Wu dall'assessore alla Sicurezza Marco Granelli che ha commentato il post garantendo che verificherà il racconto, ma poi l'esponente della comunità cinese si chiede: "Mi sembra tutto assurdo. Quanto zelo da parte della polizia locale .Sotto la foto di dove erano, era un pomeriggio assolato e bello, tant’è che avevano fatto anche delle foto, trasformato in incubo. Voi extracomunitari ricordatevi che non si dimenticata il portafoglio con soldi e documenti a casa altrimenti sono guai seri".

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