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Quando la Lombardia diventerà zona arancione: i dati dei contagi e dei ricoveri

La Lombardia potrebbe passare in zona arancione già la prossima settimana: oltre all’incidenza dei casi, ad aumentare è la percentuale dei posti letto in terapia intensiva e nei reparti ordinari.
A cura di Ilaria Quattrone
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Immagine di repertorio
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La Lombardia potrebbe passare presto in zona arancione: il passaggio nella fascia più critica potrebbe già avvenire la prossima settimana, se non quella successiva. Ad aumentare non sono solo i contagi che ieri, sabato 8 gennaio, sono stati oltre 48mila ma soprattutto la pressione sugli ospedale. Oltre all'incidenza dei casi ogni centomila abitanti, salgono infatti sia la percentuale dei posti letto occupati da pazienti Covid in terapia intensiva che quella dei posti letto occupati nei reparti di area non critica.

L'incidenza è superiore ai duemila casi

Per il passaggio in zona arancione è necessario che l'incidenza dei casi sia superiore ai 150 casi, che i ricoveri in terapia intensiva siano superiori al 20 per cento e quelli nei reparti ordinari al 30 per cento. Da diverse settimane ormai, la Regione ha un'incidenza che supera i duemila casi. Questa potrebbe anche aumentare a causa di un'incognita: la ripresa dell'attività scolastica e delle altre attività che potrebbero così far alzare i contagi. Resta quindi da capire cosa accadrà nelle prossime settimane.

Aumentano i ricoveri in terapia intensiva e nei reparti ordinari

Vicine alla soglie di allerta anche la percentuale dei posti letto occupata da pazienti Covid in terapia intensiva e nei reparti ordinari. Secondo il portale di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), nel primo la percentuale al 7 gennaio è del 15 per cento. Nel secondo infatti, l'agenzia segnala un incremento dell'1 per cento: rispetto al giorno precedente, la percentuale dei posti letto occupati nei reparti di area no critica da pazienti Covid è del 25 per cento. A frenare i contagi potrebbero essere sicuramente le vaccinazioni anti-Covid: l'apertura delle prenotazioni delle terze dosi anche ai ragazzi tra i 12 e i 15 anni potrebbe infatti dare una battuta d'arresto all'aumento dei casi.

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