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Processo ex gestori Cpr Milano, Naga: “Anche la Prefettura è responsabile delle condizioni disumane dei trattenuti”

Le indagini sul Cpr di Milano di via Corelli hanno portato alla luce le condizioni disumane in cui erano e sono trattenuti ancora i migranti. “Anche la Prefettura ha delle colpe, ma il processo rischia di non andare avanti se il giudice accetterà il patteggiamento chiesto dagli imputati”: Cesare Mariani, volontario di Naga, ha spiegato a Fanpage.it cosa sta succedendo.
A cura di Giulia Ghirardi
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"La Prefettura di Milano ha delle colpe e se il processo non arriverà alla fase dibattimentale non potranno essere accertate". A parlare è Cesare Mariani, volontario allo sportello legale di Naga, una delle associazioni che insieme ad ASGI, Arci e Be Free, si è costituita parte civile nel processo contro gli amministratori della società Martinina srl, l’ente gestore del CPR (Centro permanenza rimpatri) di via Corelli a Milano, che a dicembre 2023 è stata sequestrata dalla Procura nell'ambito delle indagini per frode in pubbliche forniture e turbativa d’asta. In queste indagini sono state documentate le condizioni “infernali” e “degradanti in cui erano tenute le persone trattenute all'interno del centro e, secondo il Naga, parte della responsabilità sarebbe proprio della Prefettura per non aver svolto il proprio ruolo di controllo sull'attività del Corelli.

Le indagini, coordinata dai pm Paolo Storari e Giovanni Cavalleri e condotta dal nucleo di polizia Economico finanziaria della guardia di finanza, avevano documentato le condizioni "disumane" in cui erano trattenuti i migranti all'interno del Cpr. Tanto che il 13 dicembre 2023 gli inquirenti avevano posto sotto sequestro il ramo della Martinina srl che gestiva il Cpr e Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso, amministratori della società, erano andati a processo. Il Centro, dopo un periodo di amministrazione giudiziaria, è poi stato affidato a una nuova società dopo un bando indetto dalla Prefettura.

Durante l'udienza che si è svolta lo scorso dicembre, il gup Mattia Fiorentini ha rigettato la richiesta di patteggiamento per Forlenza, pari a 1 anno e 8 mesi, e per la società Martinina srl, la richiesta di 15mila euro di sanzione con interdizione per 20 mesi dal contrattare con la pubblica amministrazione. Per il giudice, infatti, le pene sarebbero state troppo basse rispetto alla gravità dei fatti contestati. Sempre a dicembre, il giudice aveva anche accolto come parti civili al procedimento il ministero dell'Interno, quattro migranti, le associazioni Naga e BeFree, l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e l'Arci.

"In occasione dell'ultima incontro, però, è stato annunciato che i due imputati chiederanno nuovamente il patteggiamento", ha spiegato Mariani a Fanpage.it. "Se nella prossima udienza, prevista per il 4 luglio, il giudice si dovesse esprimere a favore salterebbe la parte dibattimentale e questo rendere totalmente inutile il processo. Questo perché la Procura, indagando soltanto i gestori della società, ignorerebbe le evidenti responsabilità della Prefettura. Il problema di fondo è, infatti, che la Prefettura, attraverso il Ministero dell'Interno, invece di essere citata per responsabilità civile perché responsabile di quello che accade all'interno del CPR, si è costituita parte civile nel processo, come parte danneggiata, quando invece dovrebbe essere tra le parti indagate per la responsabilità civile non avendo controllato l'attività dell'ente gestore del Cpr".

Per questo motivo il Naga si augura che il patteggiamento venga respinto e che il processo arrivi sino alla fase dibattimentale così che possano essere approfonditi il coinvolgimento e la responsabilità della Prefettura e "il ruolo di controllore che avrebbe dovuto esercitare sull'attività del Corelli che invece non c'è stato", ha aggiunto Mariani a Fanpage.it. "Perché è evidente che quell'appalto sia stato truccato da parte del gestore presentando dei documenti falsi. Così come è evidente che la Prefettura non abbia fatto dei controlli sull'attività del gestore sin dall'inizio. Se li avesse fatti, li avrebbe esclusi della gara". 

Ma allora perché la Prefettura non è tra gli indagati nel processo? "Non ce lo spieghiamo e riteniamo che il processo dovrebbe tenersi anche per cercare di spiegare come sia potuto avvenire", ha risposto Mariani. "Riteniamo che la Prefettura dovrebbe essere coinvolta perché tenuta a rispondere delle sue responsabilità, non perché costituitasi – attraverso il Ministero dell'Interno – come parte civile, in quanto eventuale danneggiata".

Inoltre, al di là delle polemiche sull'attività di controllo della Prefettura, a preoccupare le associazioni sono le condizioni “infernali” e “degradanti in cui erano e sono tenute le persone costrette all'interno del Centro, conseguenza anche di questa mala gestione del Cpr. "Come segnalato nel nostro report, ci sono state gravi violazioni dei diritti delle persone. Anche su questo la Prefettura, che avrebbe dovuto controllare quello che accade dentro al CPR, è stata totalmente inattiva", ha continuato a raccontare Mariani a Fanpage.it. "Abbiamo proseguito il monitoraggio anche dopo il periodo coinvolto dall'inchiesta che finisce all'inizio di dicembre 2023 e abbiamo riscontrato fatti altrettanto gravi dei precedenti. Un tragico esempio: soltanto a febbraio un ragazzino appena maggiorenne è stato brutalmente aggredito e picchiato, ci sono stati tre tentativi di suicidio e un uomo, che doveva essere rimpatriato, è stato trascinato per terra, picchiato e privato delle cure mediche".

Da qui, l'augurio del Naga a Fanpage.it: "Speriamo che non venga accettato il patteggiamento e che il processo possa arrivare alla fase dibattimentale cosicché venga accertato qual è stato il reale ruolo della Prefettura all'interno della vicenda", ha concluso Mariani. "Perché queste condizioni sono inaccettabili e chi è complice va condannato".

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