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Primo sabato di coprifuoco a Milano, tra irriducibili della movida e timori di lockdown

Quello di ieri a Milano è stato il primo sabato col coprifuoco notturno dalle 23 alle 5, deciso per fare fronte all’impennata di casi di Coronavirus in tutta la Lombardia e soprattutto nel capoluogo lombardo. Anche ieri, nonostante gli oltre mille casi solo a Milano, non sono mancati gli “irriducibili della movida”, che non hanno rinunciato – con le dovute protezioni e rispettando le regole – a una passeggiata o a un aperitivo in corso Como. “Non si rinuncia finché non chiudono tutto”, dice una ragazza, mentre un ragazzo teme il lockdown: “Cerchiamo di goderci questi ultimi attimi perché molto probabilmente a breve non potremo più farlo”.
A cura di Francesco Loiacono
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Primo sabato di coprifuoco notturno a Milano, epicentro della nuova ondata della pandemia di Coronavirus. Nonostante i dati – ieri oltre mille casi nel solo capoluogo lombardo – e i nuovi orari da rispettare – dalle 23 alle 5 c'è il divieto di uscire di casa, a parte per motivi di lavoro, necessità o salute – gli "irriducibili" della movida non si arrendono. Fanpage.it è andata a corso Como, strada nota per i bar, i locali e le discoteche (già chiuse da diverso tempo), a raccogliere i pareri di alcuni cittadini. C'è chi sottolinea come il "passeggio" non manchi: anche i tavolini dei locali, soprattutto all'aperto, ospitano clienti che, attenendosi alle regole, non rinunciano al piacere di un aperitivo o di uno "spritz". Chi però vive in zona nota la differenza rispetto al passato: "Per noi che abitiamo qui da una vita è triste vedere la città così, semivuota", dice una signora, che si dice inoltre dispiaciuta per i gestori del bar, costretti a fare i conti con una crisi sempre più nera.

Gli irriducibili della movida: Non si rinuncia finché non chiudono tutto

Tra gli irriducibili della movida serpeggia il timore di ulteriori possibili "strette", per altro già filtrate dalle indiscrezioni sul prossimo Dpcm del governo, atteso forse già nella giornata odierna. Si parla di chiusura di bar e ristoranti durante i weekend e alle 18 in settimana e di possibili limitazioni agli spostamenti tra comuni diversi. Da qui, probabilmente, il desiderio di godersi questi ultimi scampoli di relativa libertà: "Non si rinuncia finché non chiudono tutto", dice una ragazza, mentre un ragazzo riflette: "Cerchiamo di goderci questi ultimi attimi perché molto probabilmente a breve non potremo più farlo". E non manca chi, a proposito di un eventuale nuovo lockdown, è molto scettico: "Non serve a niente, fa male all'economia e l'economia è la cosa più importante". Ma oltre e prima dell'economia c'è sicuramente la salute.

(Interviste a cura di Davide Arcuri)

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