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Madonna a seno nudo al Gay Pride di Cremona, Arcigay: “Episodio che ci danneggia”

L’immagine considerata blasfema della Madonna è apparsa al pride di Cremona e ha sollevato diverse polemiche. A Fanpage.it, Lorenzo Lupoli, presidente del comitato territoriale Arcigay Cremona “La Rocca” invita a evitare strumentalizzazioni politiche: “Episodi che danneggiano soprattutto noi”.
A cura di Enrico Spaccini
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Giugno è il pride month, il mese dell'orgoglio. L'orgoglio della comunità Lgbtq+ che ricorda le sue lotte storiche e rinnova gli impegni del futuro, fatti di rivendicazioni, di difesa dei diritti e di confronto sociale. Un mese in cui sempre più città di tutto il mondo si colorano d'arcobaleno. Quest'anno è toccato anche a Cremona. "Per noi è stata la prima volta, sì", spiega a Fanpage.it Lorenzo Lupoli, presidente del comitato territoriale Arcigay Cremona "La Rocca". Come spesso accade, però, la manifestazione di libertà trasversale ha portato anche lo scorso 4 giugno episodi controversi. Uno su tutti, la scultura raffigurante la Madonna con canoni estetici non appartenenti alla tradizione cristiana.

Strumentalizzazioni politiche

"Se si guarda bene, si è trattato di quattro ragazzi. Non è certo questo il messaggio che il corteo voleva trasmettere", chiarisce subito Lupoli. Migliaia di persone hanno percorso le strade di Cremona sventolando bandiere di tutti i colori: dalle associazioni alle famiglie, ma anche sindacati, politici e commercianti. "È stata una manifestazione pubblica, tutti potevano partecipare. La nostra posizione di comunità è quella che appariva alla testa del corteo. Poi, quello che gli altri hanno portato in strada, non è nostra responsabilità". Non è certo la prima volta che all'interno di una manifestazione per i diritti e l'orgoglio Lgbtq+ emergono simboli o frasi che fanno discutere al punto da dominare l'intera scena del giorno dopo. "Alcune persone si sono indignate, legittimamente credo". Per il presidente del comitato territoriale "La Rocca", è importante evitare strumentalizzazioni politiche: "Dobbiamo respingere quelle che insistono a ridurre l'evento che c'è stato in quella immagine. Ci battiamo per la pluralità, per i valori di inclusività e dialogo anche con la parte cattolica della popolazione. Questi episodi danneggiano soprattuto noi".

Il corteo per le strade di Cremona (foto da Facebook)
Il corteo per le strade di Cremona (foto da Facebook)

Rivendicazioni e confronti

Nonostante alcuni si siano concentrati solo su quell'immagine per parlare del primo pride di Cremona, le note positive non mancano. "C'è stata una grande mobilitazione che quasi non ci aspettavamo", racconta Lupoli: da Crema a Casalmaggiore, sono diverse le comunità cittadine che si sono attivate e incontrate a Cremona. "Non escludiamo che le prossime manifestazioni possano avere luogo in altre parti del territorio provinciale". Positivo è stato anche il giudizio di Gianluca Galimberti, sindaco della città. Tra la comunità cremonese e il primo cittadino non sono mancati confronti negli ultimi anni, lo ha sottolineato lui stesso nel post che ha pubblicato su Facebook: "Non ho mai nascosto perplessità". Come precisato da Lupoli, "c'è stato un percorso che ha portato al pride del 4 giugno. Un'evoluzione fatta di confronto e dialogo, di incontri, di cineforum. Perché in fondo è questo che vogliamo promuovere: non solo rivendicazioni, ma confronti che facciano crescere un po' tutti".

Il post su Facebook del sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti
Il post su Facebook del sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti
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